Ascoltando le buone intenzioni del presidente Roberti su conti, infrastrutture, trasporti e sanità, si percepisce un senso di organizzazione su priorità e azioni da intraprendere. Come dire: il governatore sa il fatto suo.
Poi, per carità, tra il dire e il fare ci passano i deserti. Non fosse altro per la carenza di personale che sconta la Regione. E – non è un mistero – per trasformare le idee in atti concreti servono uomini e donne di buona volontà, preparati, documentati, studiosi e capaci di dare impulso alle idee e alle direttive di chi governa.
Roberti ha ben in mente cosa non funziona negli ospedali e ha già individuato le responsabilità. Sta facendo un giro nei nosocomi molisani. Incontra medici e personale a cui dice: «Questo è il mio numero di telefono, chiamatemi anche di notte e per ogni esigenza e, soprattutto, per offrirmi buoni consigli. Ma non lo fate per parlare male dei vostri colleghi o per chiedere favori di sorta. Con me non funziona».
La sanità che immagina il presidente prevede tre ospedali, Campobasso, Isernia e Termoli, ognuno con specifiche competenze. A Isernia, tra l’altro, partiranno presto le procedure per realizzare la nuova struttura di cui si parla da tempo. «I soldi ci sono – ancora il governatore – e vanno spesi presto e bene».
Agnone deve essere in grado di attrarre dal comprensorio dell’alto Vastese, tanto da compensare la mobilità passiva con quella attiva. A Venafro e Larino andranno: ad uno lungodegenza, all’altro riabilitazione. Ovvio che le prestazioni che erogherà Venafro – è un esempio – non le erogherà nessun’altra struttura pubblica molisana. Vale – altro esempio – per la camera iperbarica di Larino (che tra l’altro si è scoperto veniva manutenuta puntualmente, quindi, tenuta perfettamente in ordine nonostante da anni fosse inattiva): il Molise non avrà, ovvio, altre camere iperbariche.
Per il Cardarelli sono all’esame diverse soluzioni. Una potrebbe essere quella della realizzazione di una nuova struttura; un’altra riguarderebbe la ristrutturazione di quella esistente; infine non è da escludere l’utilizzo dell’ala vuota dell’ex Gemelli, a cui si potrebbe aggiungere un’ala di nuova realizzazione.
Imprescindibile l’integrazione con i privati convenzionati per le prestazioni che le strutture pubbliche non erogano.
I commissari Bonamico e Di Giacomo, insieme alla nuova governance Asrem, stanno studiando tutte le soluzioni possibili e chiedendo i nullaosta necessari. Tanto per rendere l’idea: ipotizzando la lungodegenza a Venafro, è indispensabile che il tavolo tecnico conceda una deroga. La lungodegenza non può essere infatti inquadrata in una struttura che non è classificate come “ospedale”. E Venafro non lo è.
Insomma, considerando che il governo regionale si è insediato da quattro mesi, non è proprio pochissimo.
Idee chiare e ben definite anche sui trasporti pubblici: ha senso sostenere il costo di un bus da 55 posti che dal paesino “X” arriva nel capoluogo con tre (quando va bene) passeggeri a bordo? Ha senso pagare 30 milioni ogni anno a Trenitalia per il collegamento Campobasso-Roma? «Trenta milioni – ironizza il governatore – diviso per il numero degli utenti, possiamo mandare i molisani nella Capitale a bordo di comodissimi taxi». E non è tutto. Ai 30 milioni vanno infatti aggiunti i costi per l’acquisto dei treni, perché sono a carico della Regione. Quando saranno ultimati i lavori di cablaggio della tratta, Palazzo Vitale per dotare la rete di adeguata flotta a propulsione elettrica dovrà ulteriormente indebitarsi senza poi ricevere nel tempo alcun vantaggio. Elettrico e non più diesel – al di là di ogni considerazione circa la sostenibilità ambientale – il costo per Palazzo Vitale sarà identico, se non superiore.
La soluzione che ha in mente qual è?
Il trasporto su ferro ve ripensato in toto: orari, numero di corse, rapporto costi/benefici.
Quello su gomma, in linea di massima e sempre a mero titolo esemplificativo: prevedere l’impiego di piccoli van di pochi posti che facciano la spola tra i paesi e che poi convergano su un luogo di raccordo da dove partirà un solo pullman di grandi dimensioni per il capoluogo, la Capitale e i centri limitrofi, come Pescara, Benevento, Napoli.
In merito alla viabilità, secondo il presidente Roberti l’importante è aprire un varco sull’A1. Una sorta di casello “Molise” e collegarlo alla variante di Venafro. Sfruttando poi le esigenze comuni con l’Abruzzo si può ottenere con più facilità il raddoppio della Trignina. Investire, quindi, sull’ammodernamento dei collegamenti tra le are interne e, appunto, Triginina e Bifernina, e puntare al raddoppio di quest’ultima.
Per far quadrare i conti – che sono la spina nel fianco più fastidiosa –, messo in sicurezza il bilancio con l’aiuto del governo e un ulteriore sacrificio chiesto ai molisani, Roberti vuole sfruttare le opportunità del federalismo – che consentirà alle Regioni che sono indietro di mettersi alla pari delle altre – e trarre vantaggio da ogni minima occasione offerta dal Pnrr.
Guardando i dati sullo spopolamento e toccando quotidianamente con mano i problemi a cui ogni molisano deve far fronte, sembra un libro dei sogni. La buona volontà, almeno nelle intenzioni, sembra tuttavia esserci tutta. E ad onor del vero qualche risultato già è evidente, come, ad esempio i 240 milioni che il governo ha in parte stanziato (40 milioni) e in parte stanzierà con rate da 20 milioni dal 2024 al 2033. Che non sono proprio bruscolini.
Sulla sanità, il fatto che qualche medico che ha recentemente lasciato gli ospedali pubblici abbia manifestato la volontà di voler tornare, è un segno evidente che nelle corsie c’è la percezione di un reale cambiamento.
Su trasporti e viabilità – così come sul resto – c’è molto da lavorare. E in quest’ottica si inquadrerebbe la proposta di legge che mira a inserire nello Statuto della Regione la figura di due sottosegretari e del consigliere delegato. Infatti, solo se entrambe le funzioni sono statutariamente riconosciute, chi ricoprirà i ruoli avrà diritto di voto e di veto nella Conferenza delle Regioni e negli organismi alla stessa collegati.
Il presidente Roberti, al di là della lunghissima esperienza politica, sembra un uomo pratico, del fare. Uno che conosce le dinamiche della vita. Una persona così sa bene che la percezione della fiducia è più importante della fiducia stessa. E oggi la percezione è oggettivamente positiva.
Roberti sa anche che per scivolare in fondo al burrone ci si impiega meno di un attimo. Più è la fiducia che gli sarà concessa, più in fretta rischierà di fallire.
Il suo ottimismo lascia intravedere che qualche possibilità di salvare il Molise esiste. E se esiste va perseguita fino in fondo, senza remore.
Fosse anche solo per dire: ce l’ho messa tutta.
Luca Colella