Nessun passaggio del testimone a favore di telecamera. Carlo Sarro e Ulisse Di Giacomo si vedono in mattinata. Da soli. Un incontro lungo e franco, così lo descrive l’onorevole di Piedimonte che Berlusconi ha inviato a mettere pace e ricominciare. Segno tangibile dell’avvicendamento la bandiera di Forza Italia, che Di Giacomo gli ha consegnato, “ricordo di una comune militanza e auspicio”, insieme alla disponibilità a collaborare. Senatori entrambi nella passata legislatura, ora il molisano è ‘appeso’ al destino del Cavaliere.
Il commissario Carlo Sarro ringrazia prima le donne, la capogruppo del partito a Palazzo Moffa, Angela Fusco Perrella, e Sabrina De Camillis, sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Poi “il presidente” Michele Iorio, il consigliere regionale Nicola Cavaliere. E Aldo Patriciello. Ci sono anche i coordinatori provinciali, Lepore e Mazzuto, e il presidente della Provincia di Campobasso, Rosario De Matteis. “Sono stato invitato e sono qui”, spiega. Sarro mette subito in chiaro: “Non c’è alcun intento punitivo nei confronti della classe dirigente molisana e del lavoro che ha egregiamente svolto. Qui il Pdl ha ottenuto suffragi notevoli, responsabilità di governo ed è riuscito ad eleggere un eurodeputato, nonostante le sue piccole dimensioni. Un traguardo di non poco conto”, elenca. È il passato, però, e Sarro molto concretamente torna al presente. “Siamo all’opposizione in Regione, saremo vigili nel controllo di quello che accade. La ripartenza si avvia con il dibattito sul partito. Modello leggero o strutturato, è ancora da decidere. Ma una cosa è già certa: il ritorno a Forza Italia è semplicemente il recupero dello spirito iniziale”, spiega. Perciò c’è l’esigenza di recuperare esperienze e personalità.
I temi e le persone. Due elementi centrali nel ragionamento del deputato, avvocato amministrativista nella vita. Quanto al primo punto, la ripartenza è sulla giustizia. Responsabilità dei magistrati, eliminazione dei ‘fuori ruolo’ e accusa distinta dalla funzione giudicante per una “giustizia giusta”: sono gli argomenti dei quesiti referendari dei radicali che “il Pdl appoggia convintamente”. Li ha firmati anche Silvio Berlusconi. Ma quello della giustizia è un problema di tutti i cittadini, rimarca Sarro. A queste tre si aggiunge poi la battaglia per l’abolizione dell’ergastolo, in linea con il dettato costituzionale che alla pena assegna funzione rieducativa. Dal punto di vista più locale, Sarro conta di riallacciare il dialogo del Pdl con i cittadini su cose concrete, che la gente vive tutti i giorni. A breve ci saranno incontri sul territorio, con gli amministratori. E poi una conferenza programmatica, dove dare anche un giudizio sul governo regionale “Non saremo per forza contro, non ci appartiene come cultura, elaboreremo una piattaforma di esigenze”. Per stare ancora sui temi, il destino di B., appunto, da cui dipendono anche quelli del governo Letta e di Ulisse Di Giacomo. Se il Pd vota la decadenza, cade anche Letta. Se Berlusconi decade, però, a Palazzo Madama torna Di Giacomo. Sarro ribadisce che “è un problema del Pd” perché il Pdl ritiene giusto fermare il procedimento in Giunta per le elezioni per chiedere il parere della Consulta sulla legge Severino. E afferma che il tema riguarda anche “il consigliere sospeso” Michele Iorio. “Se la norma fosse incostituzionale lo sarebbe per tutti, indipendentemente dalla funzione e dalla sua appartenenza”, precisa. In linea generale, a suo parere, il Parlamento non dovrebbe fare le leggi facendosi condizionare dall’onda emotiva. Gli scandali nelle Regioni e non solo erano recentissimi (a cominciare da quello dell’ex capogruppo Pdl nel Lazio, Fiorito) quando il governo Monti propose la nuova disciplina anticorruzione. E la sua ‘strana maggioranza’, la stessa che sostiene Letta, la votò (Pdl compreso). Sarro fa ammenda e autocritica perché a mettere in dubbio l’impianto della legge ci sono anche “sei insigni giuristi”. Su Di Giacomo di nuovo in Senato specifica che “è un tema che non affrontiamo come attualità. Siamo convinti che alla fine su questa vicenda ci sarà una soluzione coerente con il dettato costituzionale. A quel punto il senatore Berlusconi continuerà ad essere senatore del Molise”.
Le persone, infine. Come tenere insieme Michele Iorio, presidente della Regione sconfitto dopo 12 anni di governo, e Aldo Patriciello, deputato a Strasburgo (dove conta di tornare) che alle regionali ha appoggiato il centrosinistra di Paolo Frattura? La domanda Sarro se l’aspettava. “Io distinguo le dinamiche elettorali locali da quelle politiche”, dice subito. Aggiungendo che di queste situazioni borderline si registrano da tempo e un po’ ovunque. “È chiaro che ci sono state criticità, altrimenti io non sarei qui. Credo che ci sono tutte le condizioni per ripartire, con gli storici compagni di viaggio e altri che si sono aggiunti. Si sono registrati momenti di frattura – è la sua involontaria battuta-, ma vogliamo essere protagonisti di una nuova stagione politica”.
rita iacobucci