Aldo Patriciello verso la Lega. Sarà uno degli uomini di punta del Carroccio per le europee 2024 nella circoscrizione meridionale. Il colpaccio di Salvini, nei corridoi della politica romana, è dato quasi per fatto.
Altamente probabile poi, nei pronostici, l’implosione di Forza Italia all’appuntamento per l’Eurocamera. E l’addio di “mister 100mila preferenze” agli azzurri non sarà un fulmine a ciel sereno, né una decisione solitaria. Il partito di Berlusconi, dalla scomparsa del leader fondatore, sta attraversando una crisi profonda che è esplosa dopo il no alla ratifica del Mes a pochi giorni da Natale. «In queste ore nessun forzista, neanche tra quelli che spingevano per il sì alla ratifica, vuole commentare la scelta dell’astensione e la spaccatura in Parlamento, se non per dire che in fondo è comprensibile l’atteggiamento della presidente del Consiglio. La verità è che dietro ai silenzi sulla bocciatura del Mes, ci sono tatticismi. Molti forzisti temono infatti per il loro futuro politico, paventando una implosione del partito con una “Meloni che garantirebbe solo Tajani e il suo cerchio magico”, in caso di debacle della lista degli azzurri alle elezioni europee», ha scritto Antonio Franchilla per Repubblica il 23 dicembre scorso. «La famiglia Berlusconi, inoltre, da Roma sembra lontana e concentrata solo su pochi dossier che interessano il gruppo Mediaset. Così nel frattempo – ancora l’articolo di Franchilla – tra i berlusconiani c’è chi già in queste ore si guarda intorno, cercando approdi più sicuri. Come l’eurodeputato Aldo Patriciello, eletto nella scorsa tornata nel collegio dell’Italia centrale con quasi 100mila preferenze: a breve potrebbe annunciare il suo passaggio nelle file della Lega, con ricandidatura a Bruxelles nel partito di Salvini. A chi lo ha sentito ha comunicato tutto il suo scontento perché le liste forziste che si stanno costruendo in vista delle Europee sono “deboli” e con l’obiettivo di favorire l’elezione di pochi fedelissimi di Tajani e del capogruppo al Senato Maurizio Gasparri».
Dalla segreteria dell’onorevole non confermano né smentiscono la ricostruzione di Repubblica. Ivan Forte, storico e validissimo collaboratore dell’eurodeputato, contattato da Primo Piano, ha però ribadito: «Qualsiasi decisione sarà presa insieme agli amici del territorio».
Colonna portante del centrodestra molisano, Patriciello siede a Bruxelles dal 2006 (quando subentrò a Lorenzo Cesa eletto alla Camera) ed è diventato un riferimento della coalizione nell’intero Centrosud. Nessun dubbio sul posizionamento, è scontato che resti nello stesso schieramento. Con Forza Italia, però, i rapporti da qualche tempo non sono più come una volta. Con il savoir faire che lo contraddistingue, il 29 settembre 2023 ha lasciato su Facebook una traccia elegante ma decisa. Così nel post dedicato a Silvio Berlusconi in occasione del suo primo compleanno postumo: «Oggi avresti compiuto 87 anni. E lo so: ci avremmo scherzato su, come sempre, nel corso della nostra solita telefonata che ti avrei fatto per augurarti buon compleanno. Ma non avremmo parlato di festeggiamenti, non l’abbiamo mai fatto. Avremmo parlato come sempre di lavoro, di politica, della nostra comune passione nel fare impresa; di quei tragici momenti vissuti insieme a Onna, nel 2009, all’indomani del violento terremoto che devastò l’Abruzzo. La verità è che manchi a tutti, caro Silvio. E manchi a Forza Italia, la tua creatura politica, dove il nostro rapporto personale è stato sempre l’elemento determinante per sentirmi a casa. Buon compleanno, Presidente!».
Il nostro rapporto personale è stato sempre l’elemento determinante per sentirmi a casa. Evidente che ora Patriciello non si senta più a casa fra gli azzurri.
Non sembra sia mai scoppiato, inoltre, l’idillio con il commissario regionale di Forza Italia. Il vulcanico senatore Claudio Lotito, eletto nel collegio maggioritario (blindato) del Molise, ha fra le altre cose accolto a braccia aperte, nella lista per le regionali di fine giugno e nel partito, Vincenzo Cotugno, protagonista di un clamoroso divorzio politico dal cognato Patriciello in nome della fedeltà alla linea dell’ex governatore Donato Toma (di cui era vice). A quest’ultimo il centrodestra ha preferito l’attuale presidente della Regione Francesco Roberti, scegliendo la discontinuità che l’eurodeputato chiedeva, pubblicamente, da mesi. E Cotugno non è stato rieletto.
Altro indizio. Sabato scorso, in Molise per un brindisi natalizio con dirigenti e militanti azzurri, Lotito ha parlato anche delle amministrative e delle europee. «Per quanto riguarda le candidature, stiamo lavorando per garantire a Forza Italia il ruolo che merita, dal momento che, all’interno della coalizione, è una componente moderata fondamentale» , si è limitato a dire. Non un accenno, nella nota a cura del suo ufficio stampa, all’uscente Patriciello. Primo eletto di fatto della circoscrizione, nel 2019, con 84mila voti. Capolista era l’inarrivabile Cav che ne prese 100mila in più.
Corteggiato da entrambi gli alleati-avversari di Forza Italia, FdI e Lega, non si può escludere che alla fine l’accordo politico Patriciello lo chiuda con Giorgia Meloni. Ma strategie nazionali fanno propendere per la Lega. Sulle orme di Berlusconi, anche il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Salvini, sarà testa di serie in tutti i collegi “stressando al massimo” – per utilizzare un’espressione cara al governatore veneto Luca Zaia – il potenziale di attrazione delle liste del Carroccio. Per “mister 100mila preferenze” tornare a Bruxelles per il quinto mandato sarà un gioco da ragazzi.
r.i.