Nell’era della comunicazione social vince chi “dice” limitandosi all’essenziale. Parla molto, per esempio, la foto che Aldo Patriciello ha scelto per l’addio a Forza Italia. L’onorevole, “mister 100mila preferenze”, è di spalle all’obiettivo. Cammina in un ampio e lucido corridoio del Parlamento europeo. Spazio e prospettiva. Un futuro diverso. Evocato, rigorosamente (così si fa per le cose serie) in black and white.
«Ti regalo le mie scarpe, sono nuove, prendi anche qualche libro, può servire. Saprò alzarmi in volo e vedere dove sei, ti manderò a dire goodbye…». Un addio senza rancore, ha fatto filtrare poco dopo con la musica il capo della comunicazione di Patriciello, Paolo Panaccione. In una storia Facebook la stessa foto del post che ha ufficializzato la rottura. Colonna sonora: “Ti lascio una parola (Goodbye)” dei Nomadi.
Un addio senza rancore, ma inevitabile. «Ho comunicato in queste ore al presidente Tajani la mia decisione di lasciare Forza Italia. Una decisione sofferta, travagliata ma che, alla luce della direzione intrapresa dal partito in merito alla sua riorganizzazione dirigenziale, è quanto mai irrevocabile e non più differibile», ha scritto su Fb Patriciello ieri mattina, confermando le ricostruzioni che da qualche giorno si facevano insistenti. Da Repubblica a Primo Piano: l’uscita dell’eurodeputato dalla famiglia azzurra per tutti era questione di ore. E così è stato.
«Sarò eternamente grato al presidente Berlusconi, alla sua famiglia e ai tanti compagni di partito per la stima che mi hanno testimoniato nei 16 anni di cammino politico da me vissuto tra Pdl e Forza Italia», ancora l’onorevole. «Ma ora è tempo di fermarsi e avviare una riflessione insieme ai tanti amministratori che, da Teramo a Reggio Calabria, fanno riferimento al sottoscritto e ai quali mi lega, a prescindere dai partiti di riferimento, il valore dell’amicizia: la sola stella polare che guida il mio agire politico».
Dai corridoi della politica romana arriva la conferma che il colpo lo avrebbe messo a segno Salvini. Patriciello sarà l’uomo forte della lista della Lega per le europee 2024 nella circoscrizione meridionale. Il diretto interessato, come aveva fatto il suo braccio destro Ivan Forte rispondendo a Primo Piano mercoledì, ha ribadito che nulla è ancora definito: «Decideremo con gli amici sul territorio». Corteggiato anche da Fratelli d’Italia, il suo posizionamento dipenderà anche da strategie interne alla coalizione nazionale.
Patriciello non sarà l’unico a lasciare. Stretto fra due alleati-avversari che al momento sono troppo più forti, il partito del Cav non è una casa accogliente per i pochi campioni di consensi rimasti tra le sue file. E la linea politica opaca non aiuta.
Che il legame di “mister 100mila preferenze” con gli azzurri si fosse sfilacciato era noto da mesi.
Il 29 settembre scorso, primo compleanno postumo del fondatore di FI scomparso a giugno, l’onorevole – anche allora dosando con democristiana sapienza quantità e qualità delle parole – era stato eloquente: «Oggi avresti compiuto 87 anni. E lo so: ci avremmo scherzato su, come sempre, nel corso della nostra solita telefonata che ti avrei fatto per augurarti buon compleanno. Ma non avremmo parlato di festeggiamenti, non l’abbiamo mai fatto. Avremmo parlato come sempre di lavoro, di politica, della nostra comune passione nel fare impresa; di quei tragici momenti vissuti insieme a Onna, nel 2009, all’indomani del violento terremoto che devastò l’Abruzzo. La verità è che manchi a tutti, caro Silvio. E manchi a Forza Italia, la tua creatura politica, dove il nostro rapporto personale è stato sempre l’elemento determinante per sentirmi a casa».
All’exit strategy, è innegabile, ha contribuito il nuovo corso impresso al movimento forzista dal commissario Claudio Lotito. Ha accolto a braccia aperte nella lista per le regionali il cognato di Patriciello, Vincenzo Cotugno, protagonista di un divorzio politico in famiglia in nome della lealtà alla linea dell’ex presidente Toma (che il centrodestra non ha poi ricandidato) non rieletto a Palazzo D’Aimmo. E sabato scorso, in Molise per un brindisi natalizio con dirigenti e militanti, parlando delle candidature alle europee ha detto soltanto: «Stiamo lavorando per garantire a Forza Italia il ruolo che merita, dal momento che, all’interno della coalizione, è una componente moderata fondamentale». Nessun cenno all’uscente, che al contrario andava casomai blindato. Per non perdere 100mila preferenze.
Tajani & Co come hanno reagito all’addio? Non senza rancore… A giudicare anche dalle dichiarazioni sibilline contenute in una nota dell’ufficio stampa nazionale sull’aut aut a chi non versa le quote al partito (che non sarà ricandidato).
«Andare contro il vento non è difficile lo sai, lo è senza un saluto casomai… Goodbye, my friend goodbye», qualcuno giura di aver sentito cantare l’onorevole ieri pomeriggio. Ma no, impossibile… Aneddoto da leggenda. Che Antonello Caporale saprebbe meglio maneggiare.

ritai

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.