In maniera appropriata e fulminante è stato ribattezzato – da esponenti della maggioranza ça va sans dire – il lodo Passarelli. L’autonomia del Don Giulio Testa di Venafro non si tocca, avrebbe messo in chiaro la ex sindaca di Pozzilli, prima eletta del “Molise che vogliamo” e vice presidente del Consiglio regionale, sia nella lunga riunione di maggioranza di ieri mattina sia nei giorni scorsi. E così è stato: il lodo Passarelli è passato con un emendamento che oltre alla presidenza del Don Giulio Testa salva pure quella della Schweitzer. Cancellate invece quelle del Pilla di Campobasso e del comprensivo Alighieri di Ripalimosani (in questo caso dovrà essere l’Usr a definire tecnicamente gli accorpamenti).
A difesa della scuola di Termoli intitolata al medico filantropo svizzero Albert Schweitzer si sono schierati i genitori degli alunni, che hanno raccolto 1.200 firme contro l’accorpamento e ieri hanno protestato davanti a Palazzo D’Aimmo e poi seguito i lavori della seduta.
Due i tagli da definire invece di tre, per via della deroga contenuta nel Milleproroghe. Ma per tenere indenni due territori strategici per la “nuova” maggioranza – Venafro e Termoli – bisognava trovare un agnello sacrificale. Pare che nel conclave del centrodestra che si è svolto nella saletta attigua all’Aula in un primo momento fosse stato ventilato l’accorpamento di Carovilli ad Agnone. Ma il vice governatore Andrea Di Lucente, rappresentante dell’alto Molise, si sarebbe opposto.
Il lavoro di cucitura, portato avanti dal relatore del provvedimento Fabio Cofelice, dal sottosegretario alla presidenza della giunta Vincenzo Niro e dal capo di Palazzo D’Aimmo Quintino Pallante – che avuta la ragionevole certezza sull’accordo raggiunto ha informato la minoranza che attendeva da un paio d’ore l’inizio dei lavori – non è stato una passeggiata.
La quadra è stata illustrata da Niro, che ha evidenziato «ragioni oggettive e tecniche che hanno portato a questo documento». Il provvedimento, corretto poi anche con un sub emendamento e approvato a maggioranza (12 di centrodestra a favore e 4 delle minoranze contrari), modifica il parere reso dalla Quarta Commissione qualche giorno fa e prevede la soppressione
dell’Istituto tecnico professionale “Leopoldo Pilla” di Campobasso, con accorpamento dell’indirizzo “Tecnico Economico”, dell’indirizzo ”Costruzione, ambiente e territorio”, dell’indirizzo “Grafica e comunicazione”, con sedi in via Veneto, all’Istituto tecnico Industriale “Marconi” di Campobasso, e con accorpamento dell’indirizzo “Ipsars”, con sede in via Manzoni, all’Istituto Tecnico Professionale “Pertini-Montini-Cuoco” di Campobasso; «dell’Istituto comprensivo Alighieri di Ripalimosani, con accorpamento dei plessi scolastici alle autonomie scolastiche insistenti ai comuni viciniori, con modalità tecniche da definirsi a cura dell’Ufficio scolastico regionale».
Dai banchi delle opposizioni si è subito scatenata la bagarre. «La decisione di eliminare una dirigenza in un’area interna che ha un numero di abitanti maggiore rispetto a quello che serve per la terza autonomia di Venafro è dettata probabilmente solo da logiche di equilibrio politico», così dal Pd Vittorino Facciolla. I 5s Andrea Greco, Angelo Primiani e Andrea Greco (anche in Aula i primi due e poi insieme con una nota a margine della seduta) hanno puntato il dito: «Non si riesce a capire, nemmeno nel settore dell’istruzione e dell’educazione, dove si vuole portare questa Regione. Ancora una volta sono emersi i campanilismi e gli interessi localistici». Anche per loro «puro equilibrismo politico. A certificarlo l’assenza in Aula del consigliere Nicola Cavaliere, presidente della Commissione competente in materia». La decisione, ha aggiunto la capogruppo dem Alessandra Salvatore, «non ha alcuna motivazione tecnica e si sceglie di fare il contrario di quanto hanno indicato le Province e l’Ufficio scolastico regionale. Più che salvare una dirigenza si è salvata la posizione di qualche consigliere di maggioranza», ha incalzato.
«Non so chi vi riferisce che l’autonomia di Venafro non sia stata cancellata per le prese di posizione di qualcuno. La decisione – ha ribattuto durante il dibattito Passarelli – l’abbiamo presa a maggioranza poiché nella prima nota inviata dall’Usr la dirigenza del Don Giulio Testa non era tra quelle da cancellare, ma prevista solo come in alternativa». E il collega di partito Cefaratti, assessore alle Politiche sociali, ha rilevato che «con tutte le giustificazioni del caso perché c’è stato un ritardo ci troviamo di fronte a atti non pervenuti, né dalla Provincia di Campobasso né da quella di Isernia. E avete rivendicato voi – ha puntato il dito sul centrosinistra – la vittoria alle provinciali. E noi ci ritroviamo a decidere per chi non ha deciso».
«Avete cambiato cinque volte decisione (due delibere di giunta, il parere della Commissione, un emendamento e poi un sub emendamento, ndr), costruendo l’atto perfetto perché venga annullato», ha profetizzato invece Micaela Fanelli. A dar forza alla strada dei ricorsi anche Massimo Romano, da Costruire democrazia. «Per non scontentare Termoli e Venafro state sacrificando vigliaccamente Ripalimosani perché lo fate senza un minimo di partecipazione o di informazione. Ma la soppressione di quell’istituto non è scritta correttamente perché non dite quelle scuole dove vanno accorpate. Questo – ha concluso – è motivo di annullamento. State votando un provvedimento nullo perché la motivazione è inesistente».
r.i.