Di fronte ai benefit della casta non c’è colore politico che tenga. Nella vicina Puglia, governata dal presidente Michele Emiliano, per mesi si è cercato di ripristinare il ‘trattamento di fine mandato” cancellato dalla maggioranza guidata da Niki Vendola che, in uno scatto di lucidità, lo aveva soppresso insieme al vitalizio a partire dal primo gennaio 2013. Dieci anni più tardi però la coalizione che guida la Regione Puglia, sempre di centrosinistra, ci ripensa e vuole reintrodurlo. I tentativi si susseguono per mesi fino a dicembre scorso quando, tra gli 84 emendamenti al bilancio di previsione 2024 presentati in commissione Bilancio del Consiglio regionale pugliese, rispunta quello che resuscita il trattamento di fine mandato riconosciuto al termine della legislatura ai consiglieri regionali che non si sono ricandidati o che non sono stati rieletti. Un privilegio che la Regione Molise non ha mai abolito e di cui gli ex inquilini di Palazzo D’Aimmo hanno continuato a godere in tutti questi anni. Tant’è che appena qualche giorno fa la Regione ha staccato i primi quattro assegni – tre da 30mila euro e uno da 60mila – ai primi ex consiglieri che ne hanno fatto richiesta. Beneficiari Vittorio Nola (Movimento 5 stelle), l’ex governatore Donato Toma (Forza Italia), Aida Romagnuolo (Fratelli d’Italia) e l’ex assessore Vincenzo Cotugno (Forza Italia) intestatario del Tfm più consistente.

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