I 5 stelle si aspettavano «risposte politiche». Non sanitarie né giudiziarie. Quelle arrivate in Aula su due episodi eclatanti, che hanno destato scalpore anche fuori dai confini regionali, sono state evidentemente fornite “in politichese”.
«Non possiamo che ritenerci insoddisfatti», hanno commentato dopo la seduta del Consiglio regionale Andrea Greco e Angelo Primiani che hanno portato all’attenzione dell’Assise il caso dell’ambulanza bloccata dalla neve a pochi metri dal Cardarelli (perché il mezzo non aveva i pneumatici invernali montati) e quello del trasferimento da Campobasso all’ospedale di Pescara – in ambulanza e con personale Asrem – dell’ex direttore del San Timoteo che aveva rimediato nel capoluogo di regione una frattura del malleolo.
«A voi sembra normale quello che è avvenuto?», ha replicato Primiani a Iorio. «Sicuramente non è normale – così l’assessore Iorio ai microfoni di Teleregione e non durante il dibattito –, c’è qualcosa che non ha funzionato bene, però l’Asrem si è mossa tempestivamente, ha interessato la commissione di disciplina interna, come è giusto che sia» e «si è colta l’occasione per fare regolamenti che non esistevano o che dovevano essere meglio definiti anche per individuare le responsabilità».
La “condanna” che si attendeva non è arrivata. Mentre dai vertici dell’azienda sanitaria, nell’immediatezza delle notizie pubblicate su entrambi gli episodi, venne subito dichiarata la ferma volontà di fare luce su quanto avvenuto e risalire alle eventuali responsabilità. Al lavoro c’è anche il Nas, intervenuto per accertare i fatti.
Con ordine e nel merito. A fine novembre, la prima nevicata della stagione bloccò un’ambulanza partita dal Veneziale per trasferire un paziente da ricoverare al Cardarelli. Senza gomme da neve e con un finestrino rotto a causa di un precedente incidente, il mezzo si arrese a pochi metri dalla struttura di Tappino. Sulla scorta di una relazione scritta, Iorio ha confermato tutte queste circostanze. Ha spiegato che il modello organizzativo aziendale di gestione dell’autoparco prevede che ogni ospedale individui fra gli autisti dei mezzi di soccorso «un referente con il ruolo di coordinamento della manutenzione delle ambulanze», ma anche che «nonostante il mezzo abbia avuto difficoltà a raggiungere il presidio ospedaliero Cardarelli, la tempistica di gestione del paziente viene giudicata appropriata in considerazione delle distanze chilometriche e delle condizioni di viabilità». Il paziente, ha proseguito, non ha subito alcun danno. Certo, aggiungiamo noi, essere trasbordato da un’ambulanza a un’altra a pochi metri dall’ospedale non è il massimo della qualità assistenziale. Comunque, ha concluso Iorio, il mezzo utilizzato era l’unico dei tre a disposizione del Veneziale, appropriato in base alle condizioni cliniche del trasportato.
Duro l’affondo del primo firmatario dell’interrogazione. «Non volevamo conoscere le condizioni del paziente e il suo attuale stato di salute. Volevamo invece sapere perché l’organizzazione della nostra sanità è così fallace al punto di far sì che un’ambulanza senza gomme termiche prendesse in carico un paziente mentre era in atto una tormenta di neve», ha ribattuto fra le altre cose Greco.
Per questo e per l’altro episodio, il caso Petrocelli, l’Asrem ha attivato il nucleo ispettivo interno. Sulla base delle verifiche effettuate da questo organismo, ha sintetizzato Iorio, è stato ricostruito anche l’altro “fattaccio”. Il 27 novembre, Reimondo Petrocelli – allora direttore sanitario del San Timoteo – si recò con l’auto aziendale alla facoltà di Medicina di Campobasso per un corso di aggiornamento. Alle 9.30 fu ricoverato al Pronto soccorso del Cardarelli per un trauma, incidente sul lavoro, trattato come codice verde, sottoposto a visita ed esami e dimesso a domicilio, ma dal verbale risulta anche l’indicazione del ricovero in Ortopedia. Il paziente riferì che si sarebbe recato «in autonomia ad altro nosocomio per il prosieguo delle cure». Iorio poi ha proseguito, leggendo dalla relazione ricevuta: «Successivamente viene richiesto dal direttore dell’unità operativa complessa del Cardarelli il trasferimento del paziente presso il presidio ospedaliero di Pescara motivato da continuità di soccorso a mezzo ambulanza. Il direttore sanitario del presidio ospedaliero di Campobasso ha sottoscritto il relativo modulo a lui trasmesso in data 28.11.23. Il predetto direttore riferisce di essere stato contattato dall’unità operativa di Ortopedia di Termoli che chiedeva di trasferirlo presso il presidio ospedaliero di Pescara dove lui aveva preso accordi per un ricovero in tale sede». Si tentò di trasferire Petrocelli con l’auto di un suo conoscente ma mentre stavano per farlo salire a bordo «accusava una lipotimia (uno svenimento, ndr) scatenata da dolore». Quindi, fu disposto il trasferimento in ambulanza e accompagnato da un Oss.
Assolutamente insoddisfatto della risposta il consigliere pentastellato Angelo Primiani. Nel suo mirino è finito in particolare l’intervento del reparto di Ortopedia di Termoli (guidato da Giuseppe Gagliardi che ha poi sostituito Petrocelli nel ruolo di direttore sanitario del presidio, ndr). «Questo accadimento – ha tuonato l’esponente 5s – rappresenta la deriva della sanità molisana e come vengono gestite le cose. Se conosco qualcuno si aprono le porte, se non conosco nessuno come accade per la maggior parte dei cittadini molisani, sono costretto a mettermi in fila e attendere tempi biblici».
r.i.

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