«L’Emodinamica del Veneziale non chiuderà, di questo sono certo e se dovesse chiudere non sarò più assessore alla sanità». Michele Iorio ha lanciato ieri un avvertimento chiaro. Il titolare della delega ai rapporti con i Ministeri per il piano di rientro si è detto pronto a lasciare l’esecutivo Roberti in caso il servizio venisse soppresso.
«Questa svista, questo tentativo che non si giustifica in nessun modo – né dal punto di vista economico né dal punto di vista epidemiologico, né per l’interesse dei malati molisani – è un fulmine a ciel sereno, in una situazione già difficile soprattutto per l’ospedale di Isernia, che ha perso notevoli riferimenti specialistici. Tolta l’Emodinamica, credo che a breve l’ospedale non avrebbe più nulla da fare». Il piano, ha dichiarato Iorio, va corretto in quella parte.
Della bozza di piano operativo firmata dai commissari Bonamico e Di Giacomo si parlerà anche oggi in Consiglio regionale. All’ordine del giorno della seduta, c’è una mozione degli eletti dem Salvatore, Fanelli e Facciolla. «Con il sostegno di tutto il Pd regionale (ad ogni livello politico e istituzionale)», ha spiegato alla vigilia la capogruppo Alessandra Salvatore, sarà sollecitata «la ferma e decisa presa di posizione da parte del Consiglio e della Giunta regionale (e dunque l’approvazione unanime della mozione), affinché si ottenga il decreto Molise (cancellazione del debito sanitario e revoca del commissariamento) e affinché si cancellino dalla bozza di piano operativo tutte quelle previsioni che tagliano i reparti e le unità salvavita (come, ad esempio, nel caso della Emodinamica a Isernia) e si inseriscano, così come indicato nella nostra mozione, previsioni che rafforzano quei reparti, quelle specialistiche e quei servizi (118 medicalizzato compreso), che, oltre ad essere fondamentali per la messa in sicurezza della vita dei pazienti molisani, producono e possono produrre effetti positivi sulla mobilità attiva verso la sanità pubblica regionale, arginando la fuga verso le strutture pubbliche e private di altre Regioni».
I tre consiglieri pentastellati Greco, Primiani e Gravina hanno chiesto che la bozza di Piano sia esaminata in una seduta monotematica. «Serve un atto politico forte per scongiurare, ad esempio, la scomparsa dell’Emodinamica dall’ospedale Veneziale di Isernia: un presidio di vitale importanza che serve un’area vasta che va dall’alto Molise al resto della provincia. Ma questo è soltanto uno degli argomenti da trattare. Basti pensare al rapporto con gli erogatori privati o all’utilizzo del budget. Per questo, insieme a tutti gli esponenti di minoranza, depositeremo una richiesta di Consiglio monotematico affinché il tema venga affrontato in modo accurato con l’obiettivo di presentare le dovute osservazioni entro il prossimo 15 febbraio». È bastata una prima lettura del documento, hanno proseguito i 5s, «per comprendere che i suoi contenuti rispondono alla logica dei numeri, ma non a quella dei bisogni dei molisani. Una logica che vede soccombere la nostra regione e che rischia di comprimere irreparabilmente il diritto alla salute dei cittadini.
Così facendo, infatti, non si tiene conto della conformazione territoriale di alcune zone del Molise, cosa che per le patologie tempo dipendenti impedirebbe di operare nei limiti della cosiddetta “golden hour” per quelle aree più marginali della regione. Non si tiene conto della forte limitazione che ne deriverebbe per quanto riguarda la mobilità attiva da regioni limitrofe, come l’alto casertano e il cassinate che di fatto si riversano sul presidio pentro. Ma non solo, perché naturalmente occorrerebbe discutere in modo approfondito del punto nascita di Termoli, di come investire al meglio le risorse del Pnrr nel settore della sanità pubblica per attrarre mobilità attiva e ridurre quella passiva, così come della rete ictus o del servizio di emergenza-urgenza. La bozza del Pos 23-25, su tanti punti, è sovrapponibile al precedente e su alcuni aspetti, sempre a titolo di esempio, non tiene conto della cronica carenza di personale medico che affligge questa terra. Perciò riteniamo doveroso – concludono Greco, Primiani e Gravina – che un tema così importante venga discusso in Consiglio regionale. Perché se c’è anche una sola possibilità di cambiare le cose, noi saremo in prima fila per fare la cosa giusta. Ma questa non deve essere una battaglia ideologica su cui apporre bandierine politiche di alcun tipo, bensì un tema su cui confidiamo che la politica si dimostri unita, coraggiosa e decisa nella tutela del diritto alla salute di tutti».