Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso di Donato Campolieti e Domenico Di Baggio – i più votati di due liste del centrosinistra rimaste fuori dal riparto dei seggi alle regionali di fine giugno 2023 – confermando la sentenza del Tar Molise e, quindi, la composizione di Palazzo D’Aimmo.
Campolieti e Di Baggio, candidati rispettivamente con Alleanza Verdi Sinistra e Progresso Molise Gravina presidente, hanno contestato sia in primo grado sia in appello (grado in cui sono stati assistiti dagli avvocati Vincenzo Iacovino e Alfonso Celotto) la soglia di sbarramento innalzata dal 3 al 5% con un emendamento alla finanziaria del 2022 (che ha modificato la legge elettorale del 2017). Soglia per la quale hanno chiesto la remissione degli atti alla Corte Costituzionale e, quindi, un giudizio di legittimità. Se il loro ricorso fosse stato accolto, avrebbero preso in Aula il posto di Angelo Primiani (5s) e Alessandra Salvatore (Pd).
«Nel caso di specie l’innalzamento della soglia dal 3% al 5% non risulta manifestamente irragionevole in quanto è funzionale all’obiettivo di evitare la frammentazione partitica in seno alla minoranza – esigenza che le ridotte dimensioni del Consiglio regionale accentua, anziché attenuare come invece sostenuto dall’appellante, garantendo il buon funzionamento dell’organo legislativo (Corte cost. 239/2018 cit), favorendo “la formazione di un’opposizione non eccessivamente frammentata” e assolvendo, in ultima analisi, alla finalità precipua che la Corte costituzionale ha riconosciuto all’istituto», si legge in un passaggio della sentenza pubblicata ieri. Soddisfazione è stata espressa dai consiglieri regionali Primiani e Salvatore che sottolineano come il pronunciamento di Palazzo Spada abbia escluso che «la soglia di sbarramento violi diritti e principi costituzionali» e anzi abbia precisato, «in conformità con quanto evidenziato dai nostri legali, che la ratio della previsione dello sbarramento al 5% per le singole liste “costituisce attuazione, piuttosto che violazione, del buon andamento dell’azione amministrativa”».
Un esito «in cui confidavamo», hanno concluso ringraziando i difensori, gli avvocati Giacomo Papa e Marco Calabrese, Luciana Spina e Arcangela Iamiceli «che, con noi, hanno confidato, con sobrietà e professionalità, nelle ragioni del diritto».
La seconda sezione del Consiglio di Stato ha respinto anche il ricorso in appello di Antonio Tedeschi, primo dei non eletti di Costruire democrazia, che invece contestava la legittimità dell’assegnazione al centrodestra del 14esimo seggio in via IV Novembre perché, secondo la sua prospettazione, tra quelli della maggioranza va conteggiato anche lo scranno del governatore. Prima il Tar e poi Palazzo Spada hanno invece sancito che, in base alla legge elettorale, non è così. In giudizio, oltre a Tedeschi (assistito dagli avvocati Pino Ruta e Margherita Zezza) si sono costituiti come controparti Roberto Di Pardo (della lista Il Molise in buone mani-Noi moderati) difeso da Lorenzo Derobertis e Roberto Di Baggio (Forza Italia) con l’avvocato Marco Marinelli.