Una sintonia scattata subito sui contenuti, su obiettivi comuni da realizzare, sull’Europa da sintonizzare con le esigenze delle imprese italiane e del mondo del lavoro. Matteo Salvini e Aldo Patriciello hanno usato concetti simili e toni che si armonizzano fra loro. Niente fronzoli, ma il riconoscimento reciproco del valore politico dell’uno e dell’altro. «Avere una persona della statura, dell’esperienza, della caratura morale di Aldo, che entra in famiglia e porta idee, consenso e soprattutto una visione comune del futuro è importante», ha detto Salvini a Pozzilli ieri sera, per il progetto della Lega. Che quello è di diventare riferimento del Centrosud, a partire dalle europee di giugno ma non solo, per unire il Paese e dare più forza alla voce dell’Italia. «Con Matteo ci siamo trovati subito, sono scattate immediatamente una simpatia e un sintonia sulle cose da fare», gli ha fatto eco l’eurodeputato che punta per la quinta volta a uno scranno di Bruxelles.
Come da tradizione, all’Hotel Dora è stato bagno di folla per la kermesse di apertura della campagna elettorale per le elezioni di giugno. Traffico in tilt sulla Statale e centinaia di persone che non sono riuscite a seguire i lavori all’interno della sala. La “macchina da guerra” dell’onorevole di Venafro ha incassato l’ennesimo successo. Tra gli ospiti il sottosegretario Claudio Durigon (regista dell’operazione come ha poi svelato Patriciello dal palco), il deputato Lorenzo Cesa e altri colleghi parlamentari, lo stato maggiore del centrodestra molisano e moltissimi amministratori locali arrivati anche dalla Campania e dalle altre regioni limitrofe.
A fare gli onori di casa, il governatore Francesco Roberti. «Salvini è stato al nostro fianco in campagna elettorale insieme ai ministri della Lega – ha ricordato – Abbiamo preso impegni che manterremo». Al vicepremier il presidente della Regione ha chiesto di sostenere la richiesta del comparto vitivinicolo molisano, che a causa della peronospora ha perso l’80% della produzione, con la sospensione dei mutui. E di «fare una tirata d’orecchie agli amici dell’Anas per i cantieri fermi in cui non lavora nessuno». Immediata la risposta del ministro delle Infrastrutture su questo punto. Con Anas, ha spiegato, è stata avviata un’istruttoria per verificare le inadempienze della ditta appaltatrice e sollecitarla al pagamento dei lavoratori. La società concessionaria è stata anche invitata ad assumere tutte le decisioni opportune per la celere ripresa delle attività.
Poi Roberti ha dato la parola a Patriciello: «Aldo, un amico che durante campagna elettorale si è impegnato in ogni modo per dare un governo credibile alla Regione Molise, una persona che non fa mancare mai la sua risposta, il suo conforto e stimolo. Guardando questa sala, hai saputo seminare bene…».
E l’onorevole si è detto emozionato, ancora una volta dopo tanti anni, dal bagno di folla. Ha ringraziato Claudio Durigon, «che è stato un po’ l’ispiratore di questa iniziativa». Ed è entrato subito “nel merito”. «Con Matteo ci siamo trovati subito, sono scattate immediatamente una simpatia e un sintonia sulle cose da fare. Io faccio politica dal 1983, sono 41 anni. Ho cominciato dal basso come tanti di voi, dal Consiglio comunale, poi alla Regione per 12 anni e dal 2006 siedo al Parlamento europeo. Di strada ne abbiamo fatta… ma vedere tanta gente, e ci sono centinaia di amici che non riescono ad entrare, vi confesso che mi emoziona come la prima volta. Registrare questa presenza di qualità e quantità straordinaria mi riempie di gioia e anche di responsabilità. Siamo qui – ha aggiunto – a celebrare l’inizio di un nuovo percorso politico perché un altro si è chiuso. Per chi come me fa politica con i sentimenti, con passione, con il cuore, non sentirsi più a proprio agio, da un po’ di tempo, dentro la propria casa politica rappresentava un motivo di malessere. Non è nella mia cultura sbattere la porta in faccia o rinnegare politicamente quello che si è fatto in tutti questi anni, ma dalla morte del presidente Berlusconi non ho condiviso più in Forza Italia le azioni politiche e il modo di gestire il partito. Mi hanno fatto sentire estraneo – ha spiegato così l’addio agli azzurri – rispetto alla nuova organizzazione politica di partito ed è per questo che in maniera sofferta ho maturato la scelta di andare via dopo aver consultato tantissimi amici che vedo in sala. Per mesi io e i miei collaboratori abbiamo fatto un’attività di ascolto, di ragionamenti, non è stata una scelta personale, l’ho condivisa con tantissimi amici nell’intero collegio del Sud». Avrebbe potuto scegliere altri lidi, è stato corteggiato da tante forze politiche, Fratelli d’Italia ma anche i centristi. Avrebbe potuto aderire a partiti in cui, con il suo bacino elettorale, avrebbe potuto essere eletto quasi senza fare campagna elettorale. Ma non ci sarebbe stato spazio per gli “amici” con cui da sempre Patriciello condivide l’azione politica. «E senza di voi mi sarei sentito orfano», ha concluso il suo intervento l’eurodeputato.
Quindi la chiusura a Salvini. «Da ministro delle Infrastrutture sto lavorando per sbloccare i cantieri e unire il Paese da Nord a Sud e stiamo investendo al Sud miliardi di euro su strade, autostrade, ferrovie. Fondi che non si sono mai spesi in passato. Stasera è un esempio della Lega che cresce. Stanno entrando tanti nuovi sindaci, dal Veneto al Molise, stanno aumentando i tesserati, stiamo aprendo nuove sedi. Avere una persona della statura, dell’esperienza, della caratura morale di Aldo, che entra in famiglia e porta idee, consenso e soprattutto una visione comune del futuro è importante. Stasera – ha scandito il leader dle Carroccio – partiamo per costruire, la Lega punta a essere riferimento per il Molise e tutto il Sud non solo alle europee ma anche nei prossimi anni». Patriciello, ha ribadito, «darà una mano a tutto il Sud e a tutta Italia perché la sua esperienza politica e anche imprenditoriale potrà essere valore aggiunto per le battaglie della Lega a Bruxelles e a livello nazionale». La “scintilla”, ha confermato, è scoppiata su comuni obiettivi. «Aldo è persona pragmatica, io altrettanto, penso che il tempo dell’ideologia sia superato». Insieme, dunque, per cambiare democraticamente l’Europa e renderla amica delle imprese italiane.
Tanti gli argomenti trattati nel punto stampa dal vicepremier. Non poteva mancare l’autonomia differenziata. «È una grande opportunità per togliere l’alibi ai De Luca – la sua stoccata al governatore della Campania – Se oggi il Sud non è al livello di servizi per i suoi cittadini di altre Regioni italiane non è per colpa della Lega e dell’autonomia che non ci sono e non governano. Ma dei De Luca che non sono in grado di governare e trovano sempre le colpe in casa altrui. Con l’autonomia c’è trasparenza e perdi la maschera».

r.i.

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