First reaction shock… Pino Ruta, candidato designato dalla Confederazione Civica per Campobasso, ha riempito la città di manifesti. Ha bruciato tutti sul tempo e gelato i potenziali alleati con lo slogan “Scegli un sindaco, non un partito”.
I dem del capoluogo non lo ammetterebbero neanche sotto tortura ma è alla celeberrima frase di Renzi, pronunciata malissimo in inglese e per questo rimasta nella storia, che hanno pensato quando si sono trovati di fronte il volto dell’avvocato: first reaction shock. Perché, al contrario, da qualche giorno circolavano voci di un accordo possibile fra tutte le anime del centrosinistra, anche con Costruire democrazia quindi, perno della Confederazione Civica costruita per le amministrative di giugno. La fuga in avanti ha azzerato le possibilità di proporre l’ampia coalizione delle regionali? «Non credo, anche a Campobasso ci sono i margini per seguire lo stesso percorso che si sta realizzando a Termoli», dice a Primo Piano un dirigente del Pd che chiede di restare anonimo solo per non urtare le altrui suscettibilità.
In riva all’Adriatico, dunque, pure il centrosinistra ha collaudato un suo metodo. Per il centrodestra è il patto del Cosib, per il campo largo potrebbe essere quello del “fare di necessità virtù”. «È passato il principio che dobbiamo necessariamente stare insieme». Pd, sinistra, 5 stelle e Costruire democrazia. L’accordo politico sarebbe stato raggiunto e siglato, si starebbero anche già scrivendo le linee programmatiche. Strano a dirsi, il centrosinistra – nella tana del lupo (Roberti) – è a uno stadio avanzatissimo. Anche nella ricerca del “leader”.
I nomi che circolano sono numerosi – dalla ex parlamentare dem Laura Venittelli molto attiva con la Casa dei diritti in questi anni all’avvocatessa impegnata nell’associazionismo Tina De Michele e alla consigliera di Rete della Sinistra Marcella Stumpo – ma su uno in particolare si sarebbero registrate più convergenze. È quello di Joe Mileti. Giuseppe all’anagrafe, per tutti Joe. Avvocato, è stato componente del Corecom quando al governo regionale c’era Frattura, vicino all’ex segretario del Pd Vittorino Facciolla. Il suo profilo avrebbe il gradimento di tutti o quasi i protagonisti della partita. Una partita che sembra giocarsi fra avvocati fra i progressisti perché un altro nome su cui pure i bookmaker scommetterebbero è quello di Oreste Campopiano, socialista che alle politiche del 2018 si candidò con Leu. E che a inizio dicembre in un’intervista rilasciata a Primo Piano ha detto chiaramente: se serve, io ci sono.
Chiunque sarà il prescelto, o la prescelta, sa di partire con pronostici quasi infausti. Termoli torna alle urne perché Francesco Roberti è stato eletto governatore con il 64% dei voti. Sarà lui a indicare l’aspirante successore. Intanto in città e nell’hinterland il patto del Cosib continua a funzionare senza scossoni. Al centrosinistra servirebbe un miracolo. Ma forse è già avvenuto con la ritrovata compattezza.
A Campobasso la situazione è più fluida. Nel centrodestra non fila tutto liscio e i progressisti potrebbero fare leva sul dissenso, ungere gli ingranaggi per acuire le divisioni interne. Infatti, si parla con insistenza di una lista civica e moderata pronta ad accogliere eventuali transfughi dopo la scelta del candidato sindaco (che tocca a Fratelli d’Italia indicare).
Ma l’obiettivo di un campo largo nel capoluogo di regione non è stato ancora raggiunto. Costruire democrazia ha già da tempo lanciato la corsa di Pino Ruta e ha costruito la Confederazione Civica attorno a questa proposta politica. Il Pd ha naturalmente una rosa di nomi, non tutti ancora scoperti, per la guida della città. Il circolo ne avrebbe avanzati tre: Bibiana Chierchia, Michele Durante e Giose Trivisonno. Condizionale d’obbligo perché nessuno si sbottona troppo. Non è un mistero però che l’ex senatore Roberto Ruta stia lavorando per portare al tavolo della coalizione profili della società civile. Uno di questi pare sia la preside Rossella Gianfagna, candidata alle politiche del 2022 con il centrosinistra. Chi conosce bene Roberto però è portato a credere che il nome su cui punta davvero non lo ha ancora rivelato a nessuno. Chi non gli vuole troppo bene, invece, sostiene che punta a diventare sindaco della città. Tra i 5 stelle, infine, in corsa la vice sindaca facente funzioni Paola Felice ma pure gli assessori Luca Praitano e Simone Cretella.
Il puzzle, all’ombra del Monforte, è più complicato da comporre. Ma i mediatori e i tifosi del campo largo non hanno perso le speranze dopo aver visto i manifesti di Pino Ruta. «Se si raggiunge l’accordo politico come a Termoli sarà più semplice trovare il giusto ruolo per tutti nella coalizione e definire il leader». Non sarà indolore, ma farà meno male.
È al leader di Cd Massimo Romano che tutti guardano, cercando di prevedere le sue mosse o provando a convincerlo a un passo indietro nella proposta del candidato sindaco. Alle regionali fu lui a sbloccare l’impasse in cui si era cacciato il campo largo portando di fatto alla candidatura di Roberto Gravina a governatore. Stavolta è in vantaggio sugli alleati, lui «un nome ce l’ha già», ripete chi in questi giorni ci ha ragionato. Ha pure un osso durissimo con cui fare i conti però: Ruta. Roberto. Non Pino.
ritai