Dopo averlo promesso nella campagna per le politiche del 2002 e rassicurato, dopo essere stati eletti parlamentari nei collegi uninominali della regione, oggi anche i promotori del decreto Molise ammettono: sarà difficile portarlo a casa, servono troppe risorse.
È stato il leader dell’Udc Lorenzo Cesa, deputato eletto in regione un anno e messo fa, a gelare le attese nelle interviste a margine della partecipazione alla kermesse di Aldo Patriciello, venerdì scorso a Pozzilli, per l’avvio della campagna per le europee sotto le insegne della Lega.
«È abbastanza complicato per l’entità della spesa che comporta», ha risposto Cesa alle domande dei cronisti sul provvedimento di aiuti straordinari per la sanità che è stato il fulcro della sua campagna e di quella del senatore di Forza Italia Claudio Lotito. «Si possono fare tante cose… Il Molise è una regione molto vivace, sono stati presentati circa 3mila progetti sia dai Comuni, dalla Regione, dagli enti locali ma anche da imprenditori, per il Pnrr. Quindi ci sono risorse molto importanti che arriveranno in questa regione», ha posi smussato gli angoli Cesa. «Sul decreto Molise stiamo lavorando, io personalmente ho pronto un provvedimento ma comporta, da parte dello Stato, un impegno di risorse consistenti – ha ammesso – che non è facile reperire, comunque ci stiamo impegnando. Mi auguro che si instauri anche un lavoro comune tra chi oggi guida la Regione, una persona di straordinaria capacità che è Francesco Roberti, e tutta la giunta regionale, e noi parlamentari, che si trovi un modo di lavorare insieme per portare a casa risultati per il Molise».
«Il cavallo di battaglia elettorale simboleggiato dal decreto Molise che il centrodestra ha preso a sventolare 17 mesi fa e al quale, da parte nostra, non avevamo del resto mai dato minimamente creduto, è oramai destinato a spegnersi anche come puro slogan», ha dichiarato il consigliere regionale 5s Roberto Gravina. Cesa, ha proseguito, ha «praticamente ammesso di essere a un punto morto, lui come tutti gli altri rappresentanti del centrodestra molisano in Parlamento, e di considerare oramai davvero difficile la possibilità di ottenere le somme necessarie, definite da lui stesso ingenti, per portare a casa il decreto Molise. Le difficoltà così come la natura dell’importo dalla situazione debitoria della nostra regione sembra che siano state scoperte solo ieri l’altro da Cesa e dagli altri esponenti del centrodestra arrivati in Molise come novelli salvatori della patria e già da tempo scomparsi dai radar dei molisani dopo aver abusato della loro fiducia. La verità è che giungere in una terra come il Molise, in grave difficoltà dal punto di vista dei servizi essenziali da garantire ai cittadini, vedi la sanità, sbandierando panacee pre-elettorali basate consapevolmente sul nulla, ha un che di predatorio e chi ha avvallato nel centrodestra al governo in Regione tutto ciò è altrettanto responsabile della scarsa considerazione riservata ai bisogni essenziali dei molisani», ha concluso Gravina.
Lapidario il leader di Costruire democrazia Massimo Romano. In un post su Facebook ha riassunto le dichiarazioni di Cesa e Lotito sul decreto Molise da settembre 2022 a oggi e chiosato: «Ci vuole il fegato per rivotare centrodestra».