«È evidente che chi è ancora “suonato” dal risultato elettorale sta cercando un po’ di ritrovare se stesso dopo la figuraccia rimediata a livello nazionale». Il governatore Francesco Roberti non nomina il suo diretto avversario alle regionali Roberto Gravina, che ha aperto la polemica sul decreto Molise dopo le dichiarazioni dell’onorevole Cesa, ma non serve molto a capire chi è il destinatario del suo lapidario commento. Anche perché ricorda poi che il centrosinistra è stato sconfitto con il 62% dei voti.
Nel merito, Roberti è sulla stessa linea dei parlamentari di Fratelli d’Italia Lancellotta e Della Porta che a Gravina hanno risposto: il governo Meloni ha approvato già molte misure in favore del Molise, andando oltre l’idea di un decreto ad hoc. «Dopo che sono stati concessi a questa Regione 250 milioni di euro… ci vuole una bella faccia tosta a pretendere un decreto Molise – spiega in maniera come sempre “verace” il capo dell’esecutivo di Palazzo Vitale – Per quello che riguarda il Balduzzi (il provvedimento che fissa gli standard per l’assistenza ospedaliera e impedisce al Molise di avere allo stato un Dea di II livello, ndr) le commissioni preposte già stanno lavorando per rivisitare il decreto e dare la possibilità alle piccole regioni, come il nostro Molise, di poter avere una sanità a misura delle esigenze della popolazione».
Ad oggi, precisa poi il governatore, i debiti della sanità ammontano a 134 milioni. «Non so bene cosa è stato riportato dalla stampa o cosa è stato detto da Cesa, ho letto da qualche parte comunque che abbiamo un miliardo di debito, non esageriamo. Abbiamo 500 milioni di debito in generale, dovuto al sistema Regione. E ricordo le difficoltà per quanto riguarda i trasporti e le poche risorse che vengono trasferite su questo sistema, il vecchio debito sanitario con tutti i mutui che abbiamo. Quindi, per concludere, sulla base dell’aiuto ricevuto dal governo nazionale, che ci ha finanziato per 200 milioni di euro, abbiamo redatto e approvato un piano di rientro, al cui interno c’è anche il piano di rientro sanitario per uscire dal commissariamento».