Anche Palazzo Spada ha respinto il ricorso di Domenico Di Baggio e Donato Campolieti, candidati più votati di due liste che alle regionali di giugno sono rimaste fuori dal riparto dei seggi. I diretti interessati ora replicano ad Alessandra Salvatore (Pd) e Angelo Primiani (5s), che per effetto della pronuncia hanno mantenuto il seggio e che avevano parlato, subito dopo il verdetto, di un’affermazione delle ragioni del diritto.
«Bene fanno i signori Salvatore e Primiani per la propria posizione conservata di consiglieri regionali ad esultare sul merito della pronuncia del Consiglio di Stato circa la legittimità costituzionale della legge elettorale. Tuttavia questa è una sconfitta, l’ennesima perpetrata nei confronti dei cittadini elettori purtroppo solo passivi», commentano Di Baggio e Campolieti (che erano scesi in campo rispettivamente con Progresso Molise – Gravina presidente e Alleanza Verdi Sinistra).
«Peraltro ricordiamo che durante la scorsa legislatura regionale, proprio i loro stessi partiti di appartenenza si scagliarono “giustamente” contro questa legge elettorale denominata all’epoca “taglia civiche”», aggiungono.
Le loro contestazioni si sono basate sull’innalzamento della soglia di accesso al riparto. A curare i ricorsi attraverso consulenze, insieme allo studio Iacovino, anche il compianto prof Besostri e il prof Alfonso Celotto, tra i massimi esperti del diritto costituzionale. «Entrambi ci hanno confermato – così Di Baggio e Campolieti – l’irragionevolezza delle soglie di sbarramento al 5% per le liste in coalizione, coalizione che a loro volta avevano già uno sbarramento all’8%. Una lista da sola concorreva quasi al quoziente di una coalizione e quindi dov’è la ragionevolezza di produrre due soglie di sbarramento una all’interno dell’altra quasi equivalenti? Tutto questo ha ottenuto un solo scopo, tagliare tutte le rappresentanze minori a favore solo dei partiti maggioritari, in totale disprezzo dell’articolo 1 della Costituzione italiana e quindi del diritto alla rappresentatività politica da parte del cittadino. Dodicimila voti di cittadini molisani sono stati così ignorati a fronte di circa soli 150000 che si sono recati alle urne».
A Salvatore e Primiani assicurano: «Il nostro interesse non sono le loro poltrone ma difendere i diritti dei cittadini». E danno merito ai partiti del centrosinistra di aver fatto la loro stessa battaglia.
Precisa in particolare Di Baggio: Ci saremmo aspettati per questo, in rispetto della linea intrapresa prima delle elezioni da Pd – partito a cui sono legato da profonda stima e amicizia – e 5s, che invece del tifo da stadio ci fosse una sobria presa d’atto della sentenza e una promessa agli elettori di rivisitare la legge elettorale per la prossima legislatura».
L’assessore comunale di Isernia conclude poi insieme a Campolieti: «Sebbene i tempi siano lunghi, abbiamo deciso con un collegio di giuristi di farlo noi stessi appellandoci alla Corte europea dei diritti dell’uomo, esclusivamente per difendere un diritto fondamentale dei cittadini e dimostrare che le nostre istanze in realtà erano fondate. Purtroppo la giustizia amministrativa italiana è molto cauta nelle scelte, ancor di più quando queste avrebbero potuto mettere in discussione non solo due seggi ma le elezioni stesse se la Corte costituzionale avesse dichiarato la legge del Molise incostituzionale».

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.