La consigliera regionale del Pd Micaela Fanelli chiede la revoca della delibera di giunta che stanzia 5 milioni per interventi di messa in sicurezza di edifici e territorio. La procedura per finanziare le parrocchie, è una delle criticità segnalate da Fanelli, non è quella utilizzata dalla giunta Roberti nel provvedimento.
La delibera, attacca l’esponente dem, «più passa il tempo, più si rivela un pozzo senza fondo di scoperte negative dal punto di vista della legittimità amministrativa». Da uno studio approfondito, aggiunge, «si rilevano una serie di vizi che ne comportano la assoluta nullità, in questo modo non potendo dispiegare i propri effetti nei confronti dei beneficiari».
Dal punto di vista formale, «sembra non essere presente il Codice unico di progetto (Cup) degli interventi, che la delibera Cipe numero 63 del 26 novembre 2020 prevede come requisito indispensabile e necessario, a pena di nullità». Il testo richiama per gli interventi i «relativi Cup che verranno trasmessi unitamente al presente atto a cura del Servizio Gabinetto della presidenza della Giunta regionale». Ma, dice Fanelli, all’interno dell’atto non si rilevano (mentre erano riportati nella delibera 375/2022 per l’annualità 2023) e non sono presenti nemmeno in forma di allegato nella pubblicazione sull’albo pretorio.
Per quanto riguarda l’aspetto più sostanziale, la consigliera Pd sottolinea la «errata classificazione» delle chiese «come infrastrutture sociali». Come le parrocchie, spiega, «non vengono più considerate come enti pubblici ma di diritto privato. Questo significa che non sono più finanziabili direttamente come lo erano in passato e come invece ha fatto la giunta Roberti. Ancora peggio, la delibera finanzia quattro parrocchie direttamente, mentre per un’altra si assegnano i fondi al Comune di Vastogirardi perché esegua l’intervento su una chiesa. Un’operazione assolutamente illegittima perché il Municipio ottiene il finanziamento per intervenire su un bene privato. E per legge, non si può fare. Nessuno è contro il finanziamento delle strutture di proprietà della Chiesa, sia ben inteso, ma se si vuole intervenire in questa direzione, allora vanno rispettate le procedure di legge. E quella utilizzata dalla giunta Roberti non lo è. Per cui, onde evitare inutili contenziosi, la giunta regionale dovrebbe procedere in autotutela con la dichiarazione di nullità della delibera 55/24 e adottare una nuova deliberazione. Magari, è il nostro suggerimento, emanando un avviso pubblico per tutti i comuni, sorretto da criteri di selezione coerenti e secondo legge, in modo tale da evitare illegittime differenziazioni e soprattutto lunghi e costosi procedimenti giudiziari, anche e soprattutto della Corte dei Conti, che impedirebbero di utilizzare nell’immediato i 5 milioni disposizione».
La chiosa infine è tutta politica. Questo esecutivo, conclude Fanelli, «al pari e forse peggio del precedente, distrugge tutto quello che tocca. Capace solo di alzare indiscriminatamente le tasse a tutti i molisani, senza essere riuscito finora a mettere a terra nemmeno un euro, senza visione, senza programmazione, disposta però a sacrificare il futuro del Molise con l’autonomia differenziata».