Umberto Di Lallo, preside dell’Itas Pertini, è l’uomo su cui al tavolo dei progressisti si è registrata una favorevole convergenza per la candidatura a sindaco di Campobasso.
La svolta – nel confronto fra Pd, 5s e l’area Verdi Sinistra che sta andando avanti da qualche settimana – nel corso della riunione di venerdì sera.
Un nome della società civile, dunque, che riesca a mettere d’accordo tutti (e consenta a tutti di superare i nomi di più stretta appartenenza senza troppi strappi).
Sia i dem sia i pentastellati hanno cominciato il dialogo iniziando a “scrutinare” i nomi di partito. Ma se l’obiettivo è raggiungere un’intesa, si sa che arriva il momento in cui prendere atto che bisogna alzare l’asticella. Quindi, sono state avanzate altre proposte. Dal mondo della scuola, e in questo caso fra le figure prese in considerazione c’è stato anche il nome di Rossella Gianfagna (rettrice del Convitto Mario Pagano e candidata al Senato col centrosinistra nel 2022), a quello della magistratura. Profilo molto apprezzato a sinistra (ma anche all’interno del Pd), quello del giudice Daniele Colucci.
Nell’incontro di venerdì sarebbe stata la delegazione del Movimento 5 Stelle a sintetizzare: fra le proposte avanzate, a noi va bene quella del preside Di Lallo. Insieme al coordinatore Antonio Federico, al tavolo partecipano anche la vice sindaca facente funzioni Felice, gli assessori Cretella e Praitano, esponenti del gruppo di Palazzo San Giorgio. A questo punto, nella tante ricostruzioni circolate ieri, non è ben chiaro se dal Pd e dall’alleanza Verdi Sinistra sia arrivato un sì chiaro e tondo oppure nessuna obiezione e l’impegno a rivedersi a breve dopo aver consultato gli organismi interni. Secondo alcuni, il benestare più o meno esplicito dei dem sarebbe arrivato da Roberto Ruta, che ha preso parte alla riunione insieme al segretario regionale Ovidio Bontempo, al presidente Nicola Messere e al segretario di circolo Giuseppe D’Elia.
C’è un dato di fatto: non tutto è filato liscio ieri mattina in casa dei democratici, quando si è saputo l’esito del tavolo della sera precedente. E non sono mancati i sospetti, ovviamente all’interno del partito più che fuori: Di Lallo, hanno fatto notare i dissidenti (dal metodo o dal merito che sia), è il dirigente dell’istituto dove insegna Ruta. E lo stesso ex senatore, in una riunione del circolo di Campobasso, pare avesse accennato a questa possibilità.
Oggi pomeriggio alle 18 la “sezione” si riunirà di nuovo. Gli stessi passaggi interni toccano a M5s.
C’è bisogno del tempo fisiologico per far sparire i fisiologici mal di pancia. Ma anche per “convincere” il diretto interessato. Sembra infatti che Di Lallo finora non avesse detto sì. Adesso c’è stato un passo avanti concreto, però. È il tavolo dei progressisti a “chiamarlo” per guidare il fronte. Se il circolo dem stasera non decide percorsi diversi (che porterebbero alle primarie sostanzialmente).
Abbottonatissimi, naturalmente, i rappresentanti di Pd e 5s. Il momento è delicatissimo, fanno notare i bene informati. Nessuna dichiarazione dal segretario dem. Il coordinatore pentastellato Antonio Federico si limita a ribadire l’obiettivo del Movimento: «Vogliamo assolutamente fare in modo che l’amministrazione di Campobasso non finisca nelle mani del centrodestra».
Fuori dal campo largo resta Costruire democrazia, che ha già il suo “uomo” per le comunali di giugno, Pino Ruta Il leader del movimento Massimo Romano ha partecipato a una sola riunione del tavolo progressista. Lasciando questo messaggio: «Noi abbiamo un candidato già individuato, nato da un percorso fatto con le altre associazioni. Il nostro nome è aperto alla convergenza di altre forze politiche ma non facciamo passi indietro». Perché non partecipa più al tavolo di centrosinistra? «Perché non intendo accettare balletti e linguaggi poco seri. Speravo che quanto avvenuto alle passate elezioni regionali avesse insegnato qualcosa».
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