Mantenere sia l’Emodinamica di Termoli sia quella di Isernia, anche in deroga al decreto Balduzzi. Modificare le previsioni per il trattamento dell’ictus ischemico evidenziando la necessità di «attivazione immediata» di una radiologia interventistica al Cardarelli di Campobasso (che quindi diventerebbe stroke di II livello per queste prestazioni, mentre il Neuromed rimarrebbe riferimento della rete di emergenza urgenza pubblica per l’ictus emorragico). Considerare la possibilità di utilizzare l’elisuperficie di Pozzilli come supporto della rete di emergenza, «a costo zero per la Regione in quanto a carico del Comune di Pozzilli che già ha tutte le autorizzazioni necessarie per i voli notturni e diurni» e di consentire l’integrazione delle risorse da appostare sul Fondo sanitario nazionale per superare le criticità.
Questi gli impegni che il Consiglio regionale, al termine della seduta monotematica sul piano operativo 2023-2025, ha consegnato nelle mani del presidente Francesco Roberti come “correttivi” da ottenere in relazione al documento.
Seduta monotematica e lunghissima sulla sanità, quella di ieri a Palazzo D’Aimmo. Iniziati alle 10, i lavori si sono protratti fino alle 19.30 con una sola breve interruzione.
A illustrare il piano all’Aula in apertura dei lavori il governatore Francesco Roberti. «Il nostro obiettivo era quello di far sì che i nostri ospedali tornassero ad essere centrali per quello che è finalmente un Piano operativo nel quale per la prima volta non vediamo tagli, ma l’aumento di posti letto», ha detto. I posti, ha spiegato il governatore, aumenteranno da 1.022 a 1.079 «nonostante il calo della popolazione». «L’aumento – ha aggiunto – viene concentrato sull’ospedale Cardarelli di Campobasso e riguarda soprattutto le unità operative di urgenza-emergenza, medicina di urgenza di Pronto soccorso, rianimazione, cardiologia, malattie infettive». Tra le altre caratteristiche evidenziate da Roberti – anche in risposta ad alcune interrogazioni o mozioni delle minoranze su temi strategici della programmazione sanitaria – l’integrazione dei privati accreditati, Responsible Research Hospital e Neuromed, nella rete dell’emergenza per la cardiochirurgia e la neurochirurgia. I contratti, ha precisato il presidente, conterranno l’attribuzione delle funzioni affinché garantiscano la disponibilità per l’accettazione dei pazienti h24 e sette giorni su sette.
«Più che un documento di programmazione è evidente che siamo di fronte a un piano di intenzioni operative mirato alla totale e definitiva privatizzazione della sanità pubblica. Un piano che condanna il Molise al perpetuo commissariamento», una delle critiche mosse durante il dibattito dagli esponenti pentastellati Andrea Greco e Angelo Primiani. Più morbida la posizione dell’altro consigliere 5s, candidato governatore del centrosinistra, Roberto Gravina: «Si può immaginare il servizio sanitario più bello del mondo ma senza un gettito fiscale adeguato non sarà mai realizzabile. Intanto – ha anche notato – sul fronte del personale «non è cambiato nulla, i concorsi dell’Asrem vanno ripetutamente deserti». Una luce c’è per l’ex sindaco di Campobasso: «Apprezzabile è quanto detto dai responsabili della struttura commissariale nel corso dell’audizione di qualche giorno fa in commissione regionale, quando hanno espresso l’intento di porre un freno alla mobilità passiva».
Dal Pd bordate al merito del piano da Micaela Fanelli che ha sollecitato il governo Roberti a pretendere da Roma, piuttosto, quanto era stato promesso in campagna elettorale: strumenti e risorse, cioè, per garantire in Molise i livelli essenziali di assistenza. Lapidario il leader di Costruire democrazia Massimo Romano: «Un piano pessimo. La ‘nuova’ programmazione, infatti, non è altro che la prosecuzione (con gli stessi mezzi) di quella di Frattura del 2015/2018. La perfetta continuità».
Numerosi gli atti di indirizzo firmati dai rappresentanti delle minoranze – dal superamento del commissariamento ai servizi territoriali e di pronto soccorso di pediatria fino ai contratti con i privati – che sono stati respinti in Aula dalla maggioranza. «Dopo Cesa e dopo i parlamentari di centrodestra, anche il presidente della giunta Roberti e la sua maggioranza – il commento della capogruppo dem Alessandra Salvatore – ritengono di dovere abbandonare l’idea del decreto Molise e dell’azzeramento del debito sanitario molisano. Si è deciso di non fare seguire alle dichiarazioni pubbliche, gli atti formali di impegno: quelli che abbiamo proposto con la nostra mozione sul piano operativo e sul commissariamento, mozione che è stata respinta, con tutte le richieste in essa contenute».
Pollice verso della maggioranza pure nei confronti della mozione con cui i 5s chiedevano di mantenere l’Hospice a Larino (l’aumento dei posti letto previsto dal piano operativo rende necessaria un’altra sede che pare sia stata individuata nella Rsa mai aperta di Colletorto).
Sull’odg della maggioranza, primo firmatario Di Pardo che lo ha illustrato al termine della seduta, è stato chiesto un voto favorevole dall’assessore ai rapporti con i Ministeri per il piano di rientro, Michele Iorio. «Contiene cose che chiedete anche voi e non lo votate?», ha detto rivolto alle opposizioni. Più duro era stato l’eletto della Lega Massimo Sabusco. Caustico dal Pd Vittorino Facciolla: «Siamo di fronte al “reato impossibile”, pretendete di cambiare il piano operativo con un ordine del giorno, piano che Sabusco non ha letto altrimenti avrebbe visto che anche per la diagnostica il riferimento per l’ictus ischemico nel documento è il Neuromed».
Undici sì e sei no: questo il risultato della votazione per appello nominale che ha chiuso la partita.
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