Sono 28 gli idonei all’incarico di direttore generale della giunta regionale, figura reintrodotta la vertice dell’apparato burocratico di Palazzo Vitale con una modifica contenuta nella legge finanziaria licenziata a dicembre 2023. Ventiquattro, invece, i candidati esterni alla direzione generale della Salute di via Genova.
Sono stati pubblicati ieri gli elenchi (anche degli esclusi, che sono 12 nel primo caso e sei nel secondo) da cui l’esecutivo Roberti (oltre che dal novero dei dirigenti interni che hanno i requisiti previsti dagli avvisi) può attingere per rinnovare le cariche amministrative.
Fra gli aspiranti dg della Regione, Manuele Brasiello (direttore del dipartimento del Territorio con i governi Frattura e Toma), Romolo D’Orazio (fondatore e ad di Modaimpresa), Francesco Marchitelli (manager della sanità che aveva fatto domanda anche per la guida dell’Asrem), l’ex direttore amministrativo dell’azienda sanitaria Antonio Lastoria, il direttore delle Attività produttive in Regione Gaspare Tocci, l’amministratore di Sviluppo Italia Fabio Sebastiano, l’ex dg Asrem Oreste Florenzano e Domenico Nucci, segretario generale del Comune di Termoli e della Provincia di Campobasso.
Da mesi gli “spifferi” indicano in lui il favorito. Il governatore Francesco Roberti ha evidentemente apprezzato il suo operato da sindaco di Termoli tanto che lo ha voluto anche a capo della “piramide” amministrativa a Palazzo Magno. Ora si appresterebbe a chiedergli di raggiungerlo in via Genova. D’altronde è stato proprio per volere di Roberti che è stato ripristinato il modello del direttore generale in Regione, invece di quattro capi dipartimento tutti “pari grado”.
Tranne quello di Nucci, tutti i nomi citati si trovano anche fra gli idonei alla direzione Salute, al momento saldamente nelle mani di Lolita Gallo (che non ha dovuto partecipare all’avviso perché “interna” e quindi “scrutinabile” comunque per la eventuale conferma).
Completano la riforma cinque direttori d’area, che saranno l’interfaccia degli assessori (mentre i dg saranno riferimento della presidenza e della struttura commissariale della sanità).