Ma «l’ormai leggendario “decreto Molise”» esiste o non esiste? Ci si sta lavorando oppure le misure che il governo nazionale intende mettere in campo per la sanità della XX Regione sono disseminate in altri provvedimenti?
Il consigliere regionale pentastellato Roberto Gravina, «grazie alla preziosa collaborazione della senatrice del Movimento 5 stelle Elisa Pirro», ha lavorato per far depositare una interrogazione indirizzata ai ministri Schillaci (Salute) e Giorgetti (Economia). A entrambi, con l’atto di sindacato ispettivo si chiede «se intendano intervenire con iniziative anche di carattere normativo per salvaguardare la salute dei cittadini molisani e quali risorse intendano utilizzare stante l’assenza di specifici stanziamenti nella legge di bilancio per il 2024 per tutelare la sanità pubblica regionale molisana, considerato che è iniziata la consultazione pubblica del Programma operativo sanitario della Regione Molise per il triennio 2023/2025 e non è dato leggervi alcun riferimento a somme ulteriori previste per la riduzione e/o azzeramento del debito sanitario. Inoltre, nei documenti contabili approvati dalla giunta regionale, ad oggi, non esiste traccia alcuna di somme erogate in favore della regione volte alla riduzione strutturale del debito».
Portando la vicenda all’attenzione del governo, Gravina ripercorre le tappe del “decreto Molise”, annunciato più volte in particolare dai Cesa e Lotito durante la campagna elettorale per le politiche del 2022. «I candidati Costanzo Della Porta e Claudio Lotito per il Senato della Repubblica ed Elisabetta Lancellotta e Lorenzo Cesa per la Camera dei deputati – li tira tutti in ballo l’ex sindaco di Campobasso – hanno a più riprese citato, tra i primi obiettivi prefissati nel primo anno, qualora eletti, il cosiddetto “decreto Molise” ovvero un provvedimento straordinario da adottare per superare il commissariamento della sanità regionale, abbattere il debito della regione Molise, puntare su una sanità pubblica di qualità nonché una non meglio precisata “nuova strada per sostituire la Bifernina”».
Tutti eletti, Lotito è anche vice presidente della commissione Bilancio e componente della commissione Finanze, rimarca Gravina. Che poi ricorda non solo gli interventi del patron della Lazio ma anche quelle del ministro della Salute in occasione dell’anno accademico dell’Unimol sul “decreto Molise” con «Della Porta e Lancellotta che, complimentandosi con il ministro, puntavano l’accento sulla necessità di azzerare il debito sanitario molisano».
E, ancora, Cesa a marzo del 2023 a Isernia: «Il “decreto Molise”, per la sanità, lo stiamo affrontando formalmente, è scritto già». Otto mesi dopo, sempre Cesa: «Il “decreto Molise” è pronto ed è al vaglio del ministero dell’Economia. Nel frattempo, si stanno adottando delle iniziative che possano portare soluzione ai problemi della sanità in Molise. Nel frattempo, stiamo estrapolando da quel decreto dei contenuti, attraverso dei provvedimenti specifici». Infine, a margine della convention di Aldo Patriciello a Pozzilli, il leader dell’Udc ha ammesso: «È abbastanza complicato data l’entità della spesa che comporta. Stiamo lavorando al “decreto Molise”, io personalmente ho pronto un provvedimento ma comporta davvero l’impegno di risorse davvero consistenti da parte dello Stato e che non è facile reperire».
Un anno e mezzo dopo le politiche, sintetizza Gravina, il centrodestra per la prima volta «ammette le difficoltà di adottare un provvedimento di tal tipo e a fronte delle critiche da me espresse, Cesa controreplica affermando che il “decreto” esiste ma il debito molisano, molto ingente, non potrà essere azzerato e “si procederà alla sua riduzione, in modo consistente. Annullare il debito è praticamente impossibile”».
Quindi conclude: «Nonostante proprio per quanto dichiarato in questi anni dai rappresentanti del centrodestra molisano in Regione e in Parlamento e che non ha avuto il conforto dei fatti, appare oramai chiaro a tutti i molisani come il “decreto Molise” sia stato un feticcio elettorale che si è cercato poi di confondere con altri interventi e prestiti che il governo ha concesso alla Regione Molise per permetterle di chiudere il bilancio regionale, è necessario che si evitino altre strumentalizzazioni su un tema troppo importante per il futuro della nostra regione e, soprattutto, che si dica ai molisani come davvero stanno le cose».