«All’inizio sono stato considerato un estraneo, un invasore. Quando le persone mi hanno conosciuto ho trovato una disponibilità e un’accoglienza incredibili, il popolo molisano mi è entrato nel cuore. Ho sposato le ragioni del Molise».
Claudio Lotito, ospite ieri sera di Pasquale Damiani nel talk di Teleregione Conto alla Rovescia, si è raccontato in una lunga intervista che ha trattato temi politici ma anche sportivi.
Il patron della Lazio è partito proprio da quando l’ex premier, scomparso a giugno scorso, gli chiese nel 2004 di prendere la squadra biancoceleste e risollevarne le sorti, drammaticamente compromesse da un debito enorme. «Da tutti era considerata una sfida impossibile, io l’ho considerata come gli sport estremi, i fatti mi hanno dato ragione. Berlusconi sapevo che ero come lui un intrepido».
Candidato nel collegio maggioritario del Molise a settembre 2022, è entrato a Palazzo Madama come senatore della XX Regione. «Pochi si sono battuti per questa terra», ha aggiunto prima di elencare una serie di misure che ha promosso o comunque caldeggiato in Parlamento. Dal decreto “spalma debiti” (che permette di dilazionare in dieci anni una quota di disavanzo della Regione) alla norma per stabilizzare i precari della Protezione civile (nella finanziaria 2022), dalla nomina del sub commissario della sanità Bonamico (poi promosso commissario) ai 21 milioni per la diga di Ripaspaccata, «unico emendamento approvato in Senato» per il Pnrr.
Stuzzicato dalle domande di Damiani, Lotito ha affrontato anche gli argomenti che lo vedono in prima linea perché coordinatore regionale di Forza Italia. Prima di tutto le amministrative che vedranno al voto in Molise, fra gli altri centri, Campobasso e Termoli. Bisogna scegliere, questa la sua posizione, «il miglior candidato per vincere, a prescindere dall’appartenenza». A chi spetta indicare allora il candidato sindaco? «A chi ha la capacità di coagulare il maggior consenso possibile».
Alle europee Forza Italia dovrà fare a meno di Aldo Patriciello, che ha aderito alla Lega e sarà il pezzo forte della lista del Carroccio nel collegio meridionale. «Sicuramente Patriciello era un “grandissimo elettore”, è un imprenditore di livello, che ha disponibilità, visibilità, possibilità di interlocuzione sul territorio e fuori dal territorio. E ha dimostrato di avere un largo consenso. Io ho tentato fino all’ultimo di farlo rimanere in Forza Italia, non è una cosa che è dipesa da me. Ha fatto una scelta che io ritengo per lui coraggiosa perché è entrato in un partito che ha un dna completamente diverso dal nostro, è un dato incontrovertibile», il commento in prima battuta di Lotito. «Aldo sa che quando ha posto dei problemi riguardanti non solo politici ma per il territorio, per esempio per quanto riguarda le necessità della sanità, io li ho risolti egregiamente. Solo legato a lui da profonda amicizia ma nella vita ho imparato una cosa: tutti utili, nessuno indispensabile. Sta a Forza Italia – ha concluso – comporre una lista forte, come ha detto anche il segretario Tajani le europee rappresentano il nostro congresso».