Dopo una discussione serrata, a tratti molto accesa, il Consiglio regionale martedì ha approvato a maggioranza la mozione dagli eletti del Pd (prima firmataria Micaela Fanelli), emendata a seguito dell’interlocuzione della maggioranza, che impegna sostanzialmente la giunta Roberti a rivedere i termini concessi ai creditori commerciali di Palazzo Vitale per aderire al piano di rilevazione dei debiti e “prenotare” così una transazione.
Transazione ritenuta, però, penalizzante per i fornitori (si va dal 40% fino all’80§% per i crediti più vecchi). Motivo per cui l’atto di indirizzo sollecita anche una verifica sulla possibilità di modificare nel merito la delibera di giunta di fine gennaio, di cui la mozione in origine chiedeva la revoca o la sospensione.
In dettaglio, l’impegno rivolto dall’Assise al presidente della Regione e alla giunta è affinché: si modifichino i termini previsti dalla delibera 48/2024 per la presentazione delle istanze e di conseguenza i termini previsti per il “Piano di rilevazione dei debiti commerciali”; si assuma ogni iniziativa utile ai fini della modifica dei commi 460 e 461 della legge 30 dicembre 2023, n. 213 (la Finanziaria nazionale che fissa i criteri per la rilevazione e il pagamento dei debiti a fronte del contributo annuale di 20 milioni fino al 2033 per la riduzione del disavanzo, ndr); si comunichi con maggiore efficacia alle associazioni di categoria e delle imprese “creditrici” la decisione assunta.
«Poca cosa – commenta Fanelli – se si pensa che la nostra richiesta era la revoca della delibera e l’impugnativa della legge dello Stato. Quei commi 460 e 461 della legge di stabilità che per la prima volta vengono applicati alle Regioni. Poca cosa perché resta la mannaia della perdita del credito o della riduzione dello stesso, una previsione sicuramente illegittima oltre che gravemente lesiva delle imprese».
La consigliera parla di una stima di oltre 130 milioni tra fatture e note di credito, per un totale di 3.382 pagamenti da onorare da parte della Regione. «Non riusciamo – aggiunge – a intravedere questa come un’opportunità per nessuno, né per gli equilibri del bilancio regionale, che potrebbe essere ridotto delle passività, né per le imprese che comunque andrebbero saldate in tempi certi, se presentano richiesta e accettano le decurtazioni. Ma pur sempre un primo passo che è il frutto della nostra azione. Così speriamo che i ricorsi delle aziende contro la procedura che sicuramente arriveranno, saranno ancora più ponderati e motivati. Volevamo evitarli raggiungendo la revoca, ma la maggioranza non ha voluto. Speriamo che il tempo in più, serva al governo regionale per assumere qualche indirizzo all’indirizzo di quello nazionale».