ì«Non firmi, Presidente! Salvi l’unità della Nazione». Accorato l’appello dei promotori del Comitato spontaneo contro l’autonomia differenziata al Capo dello Stato. Se il ddl Calderoli verrà approvato anche dalla Camera dei deputati, chiedono i sottoscrittori, solo Mattarella potrà impedire la «subitanea morte» delle Pegioni povere.
Gli estensori e i firmatari della lettera (aperta naturalmente ad altre adesioni) sono tutti membri promotori del Comitato Spontaneo “Autonomia differenziata, l’Italia che non vogliamo” fondato in Molise il 14 febbraio scorso, Comitato che sta raccogliendo adesioni da tutti i Comuni della regione per opporsi al disegno di Legge 615 approvato in Senato e ora in discussione alla Camera dei deputati.
«Lei è l’emblema e il tutore dell’unità della nostra Nazione, della nostra bella e amata Italia. Non consenta – si legge nell’appello – che, a detrimento della gran parte della popolazione talora non consapevole né di cosa sia l’autonomia differenziata né di conseguenza dei gravi danni che apporterebbe ai cittadini più poveri, sia mandata in frantumi l’unità della Nazione e sia cancellato il principio di uguaglianza dei cittadini nella garanzia dei diritti fondamentali. Lei, cultore del diritto costituzionale, conosce e interpreta meglio di ogni italiano la nostra Costituzione da sempre definita la più bella del mondo. Queste Sue alte qualità le permettono di leggere bene tutte le criticità costituzionali delle quali è cosparso il ddl 615 di “attuazione” dell’articolo116, attualmente in itinere ed è proprio questa Sua qualificata competenza che ci dispensa dall’elencarle. L’attuazione del ddl sarebbe (sarà) una iattura per l’unità della Nazione e costituirebbe (costituirà) la morte anticipata per le aree più derelitte del Paese, qual è il nostro Molise dal quale le rivolgiamo la richiesta di non firmare. Non firmi Presidente! Faccia valere il suo ruolo per salvare l’unità nazionale e per liberare da subitanea morte le regioni povere.
Comprende bene quali disparità si avrebbero (si avranno) con la definizione dei Lep in modo essenziale e non uniforme in tutte le Regioni e quali danni dal passaggio alla completa competenza regionale di ben 23 materie e in particolare quelle riguardanti la sanità, l’istruzione, la tutela ambientale come dell’immenso nostro patrimonio storico-artistico.
Specie per i giovani, le Regioni ricche saranno più attrattive perché potranno permettersi organizzazioni più efficienti dei servizi e migliori stipendi riesumando al riguardo le deprecate gabbie salariali. Noi vogliamo continuare a sperare in una Nazione ispirata ai principi di uguaglianza e solidarietà piuttosto che a quello della competizione. Non la tediamo oltre, Signor Presidente. Le chiediamo, toto corde e a voce altissima: Non firmi, Presidente! Salvi l’unità della Nazione».
In calce le firme di Riccardo Ialenti, Franco Novelli, Umberto Berardo, Italo Di Sabato, Alberto Conti, Rossano Pazzagli, Giuseppe Pittà, Mario Antenucci, Adele Fraracci, Marcella Stumpo, Antonio Sorbo, Antonio Ruggieri, Domenico Di Lisa, Domenico Santorelli e Gigino D’Angelo.