Lunghe conference call con Palazzo Chigi, costanti e continui contatti fra gli staff, da stamane sopralluoghi bonifiche nel cuore di Campobasso. Nulla è lasciato mai al caso e il dispositivo di sicurezza per l’arrivo del premier è sempre del massimo livello. Ma dopo l’attentato di venerdì sera a Mosca rivendicato dall’Isis per la visita di Giorgia Meloni, domani al Teatro Savoia per la firma dell’accordo per lo sviluppo e la coesione, le istituzioni coinvolte hanno dedicato ancora maggiore attenzione a ogni dettaglio.
Il ministero dell’Interno ha infatti disposto un ulteriore innalzamento delle misure di sicurezza su una serie di luoghi sensibili. Particolare attenzione è richiesta per i luoghi di preghiera, in particolare sinagoghe, ambasciate e hub principali dei trasporti come stazioni e aeroporti. E luogo sensibile è di sicuro la location di una cerimonia ufficiale della “numero uno” del governo italiano.
Il presidente della Regione Francesco Roberti è stato impegnato in lunghe e ripetute teleconferenze con la Capitale da venerdì sera proprio per “raffinare” il sistema di accoglienza e la logistica dell’evento. I nominativi di tutti coloro che entreranno in teatro per seguire l’appuntamento sono stati comunicati a Roma.
Nei giorni scorsi si sono svolte riunioni in Prefettura a Campobasso per organizzare la visita dal punto di vista della sicurezza e dell’ordine pubblico. Tutte le forze dell’ordine sono mobilitate e pronte. La Digos coadiuverà i colleghi che si occupano della sicurezza della premier, oltre che nella scorta, nelle attività di bonifica che saranno eseguite probabilmente stasera (dopo lo spettacolo in programma al Savoia) e poi anche domani mattina, sia in teatro sia nella piazza.
Stamattina è attesa la delegazione di Palazzo Chigi – gli addetti al cerimoniale e alla comunicazione – per i sopralluoghi del caso. Insieme agli staff della Regione e delle istituzioni territoriali dello Stato definiranno gli ultimi dettagli del programma. Giornalisti, cameramen e fotografi accreditati per seguire l’evento sono 55. Dovranno tutti entrare prima dell’arrivo di Meloni. Nessuna ressa all’ingresso per tentare di intervistare la premier. Oggi si saprà se sarà possibile farlo in un punto stampa più confortevole. E sicuro.