Giorgia Giorgia Giorgia… Fuori dal Teatro Savoia una folla di curiosi e sostenitori ha incitato e acclamato la premier che, al netto della sconfitta rimediata alle regionali in Sardegna (incidente di percorso o piccolo segnale) è ancora in luna di miele col Paese.
In platea e nei palchetti c’erano tutti: sindaci, amministratori provinciali, vertici delle forze dell’ordine, delle Prefetture, gli imprenditori più rappresentativi del made in Molise, l’arcivescovo metropolita Biagio Colaianni (al suo primo evento istituzionale dall’insediamento a Campobasso) e il titolare della diocesi di Trivento Claudio Palumbo. Gli assessori regionali, consiglieri pure di Pd e 5s, tutta la struttura dirigenziale di vertice di Palazzo Vitale guidata dal neo dg Nucci. Naturalmente i parlamentari. Il primo a entrare, Costanzo Della Porta. La firma dell’accordo per lo sviluppo, ha commentato il senatore in una nota, «è un fatto straordinario che rappresenta la vicinanza dell’Esecutivo Meloni al nostro territorio. 445 milioni di euro da investire, senza perdere tempo, in infrastrutture viarie, turismo, energie rinnovabili, misure per i più fragili e tanto altro, con un ruolo da protagonista che dovrà assumere la nostra Università, l’Unimol». Un «ottimo viatico» per la ripresa, ha aggiunto prima di concludere: «Grazie Giorgia, grazie presidente».
Accanto a lui in prima fila la deputata di FdI Elisabetta Lancellotta, poi l’eurodeputato Aldo Patriciello, già in piena campagna per Bruxelles dove punta a tornare con la Lega. Saluti, strette di mano, pacche sulle spalle e rapidi briefing: mister 100mila preferenze era il più “richiesto” prima dell’arrivo della premier. Scambio schietto con il senatore Claudio Lotito, coordinatore di Forza Italia che Patriciello ha lasciato qualche mese fa. Chiacchierata meno pirotecnica con l’onorevole Lorenzo Cesa, amico di antica data.
Capo del governo e leader di partito, ad ascoltare Giorgia Meloni anche una orgogliosa delegazione del coordinamento regionale: da Di Sandro a Paduano passando per Lepore e Notardonato, tutti hanno notato il palchetto dei fratelli d’Italia. Meno superbi gli ospiti nel palco accanto che ospitava i consiglieri comunali di centrodestra di Campobasso. Fra loro almeno un paio di aspiranti sindaci che, dopo la rinuncia del presidente del Consiglio regionale Quintino Pallante (FdI), tornano in partita. Volti seri, a tratti scuri però. Forse la partita si sta giocando altrove…