Con la firma in calce all’accordo per lo sviluppo e la coesione la premier Giorgia Meloni e il presidente della Regione Francesco Roberti hanno siglato un patto che punta a consentire al Molise «di competere alla pari e di poter dimostrare – le parole di Meloni – finalmente davvero il valore intrinseco che ha». Una Regione, ha ribadito Roberti, che riafferma oggi le ragioni dell’autonomia ottenuta 60 anni fa e «che vuole dare le necessarie risposte ai cittadini».
Ad attendere con Roberti la premier davanti al Teatro Savoia, ieri mattina, il prefetto di Campobasso Michela Lattarulo, la sindaca facente funzioni della città Paola Felice e il presidente della Provincia Giuseppe Puchetti. La leader di FdI ha salutato i sostenitori assiepati dietro le transenne, poi ha guadagnato l’ingresso in teatro insieme al ministro per il Sud e la Coesione Raffaele Fitto, che ha istruito l’intesa insieme all’assessore al coordinamento dei fondi Ue Michele Iorio.
Accolta dagli applausi, Meloni ha stretto la mano ad assessori e parlamentari in prima fila. Quindi ha ascoltato. l’intervento del governatore. Che per la prima volta dall’inizio del mandato alla guida di Palazzo Vitale si è detto emozionato dal colpo d’occhio: una platea piena di sindaci con la fascia, suoi ex colleghi. «Il Molise è una regione, seppur piccola, con tanta voglia di fare e i cui dati mettono in luce una realtà vivace. Secondo un recente studio, infatti, sui dati relativi all’imponibile dell’Iva del 2023, quale indicatore dello stato di salute dell’economia, la nostra regione è risultata la prima in assoluto con un +14%. Sempre secondo le ultime ricerche, relative al 2023, il Molise ha fatto registrare, rispetto al precedente anno, un incremento del 21,1% dell’export collocandosi al secondo posto tra le regioni più dinamiche», ha detto Roberti. E ha strappato un sorriso con una digressione: con questo non voglio dire che non abbiamo bisogno dei 445 milioni dell’accordo.
Significano molto questi fondi, ha proseguito, «perché abbiamo avuto la grande occasione di programmare interventi strategici per raggiungere gli obiettivi che questo governo regionale si era prefissato e sui quali stiamo lavorando, sin da quando, ci siamo insediati. Nell’accordo c’è tanto in termini di crescita, digitalizzazione, tecnologia, competitività, energia, ambiente, risorse naturali, cultura, trasporti, riqualificazione urbana, ricerca, innovazione, sociale, salute e capacità amministrativa e tanto altro. Dopo la firma, il Molise potrà guardare al futuro con maggiore ottimismo e rinnovata fiducia». L’accordo, ancora Roberti, «è il documento che darà al territorio un volano nei campi della ricerca e formazione con i nostri poli d’eccellenza, come l’Università degli Studi del Molise, della tecnologia, dell’industria e dei servizi, con benefici in termini di competitività, del turismo e dell’efficientamento energetico. Siamo chiamati, tutti, a proiettare il Molise nel 2030, un futuro immediato che dovrà vedere la nostra regione protagonista e al passo con i tempi, dove i nostri giovani dovranno essere i veri interpreti della vita economica, lavorativa e sociale. Abbiamo le idee chiare per raggiungere questo ambizioso obiettivo e l’accordo che stiamo per sottoscrivere rappresenta la nostra idea strutturata e organica, concretizzata negli investimenti previsti».
Il Molise, ha colto il senso del ragionamento di Roberti la presidente del Consiglio dei ministri, «non è spacciato, il suo destino non è definito, dipende da quanto può competere ad armi pari e dimostrare il suo valore». Ci sono due modi, la stoccata di Meloni a Conte e ai 5s, «due modi per tentare di combattere il divario Nord-Sud, c’è il reddito di cittadinanza e ci sono le infrastrutture di cittadinanza. Il reddito era la risposta di chi non poteva risolvere il problema e manteneva le persone in una condizione di marginalità. Le infrastrutture di cittadinanza sono le risposte di chi investe sul territorio per cambiare le opportunità, perché il territorio non è spacciato, il destino dipende da quanto può combattere a armi pari. È la risposta che cerchiamo di dare noi».
Cento milioni per le infrastrutture, ha spiegato in dettaglio Meloni, applaudita dal sindaco di Colletorto Mele quando ha menzionato fra le opere finanziate la galleria della Circumlacuale, 80 milioni per gli aiuti alle imprese. «Noi ci dobbiamo ricordare che la ricchezza non la crea lo Stato, il lavoro non si crea per decreto, la povertà non si abolisce per decreto. Lo Stato deve mettere aziende e lavoratori nella condizione di lavorare al meglio». In particolare, 15 milioni sono destinati alle imprese del turismo, una delle potenzialità del Molise inespresse o non del tutto. Ancora, 60 milioni per l’ambiente e l’energia, altri 15 per l’innovazione. Due interventi in particolare in questo campo, entrambi realizzati con l’Unimol del rettore Brunese: la ricerca in campo biomedico per le patologie cardiovascolari, quelle neurodegenerative e i tumori e uno sull’intelligenza artificiale, «una grande occasione che nasconde grandi rischi». L’Italia, ha quindi concluso Meloni, deve sviluppare questa tecnologia e al tempo stesso, a livello nazionale e globale, governarla per evitare impatti «che possono essere anche molto pesanti sul nostro futuro».
ritai
(foto Ufficio stampa Chigi)