Non basta la proroga dei termini concessi ai creditori commerciali della Regione per produrre istanza di inserimento nel piano di rilevazione dei debiti di Palazzo Vitale, torna all’attacco Micaela Fanelli. La delibera di giunta 48/2024, sospesa dal Tar a seguito dell’impugnativa di Confindustria, a suo parere va revocata in autotutela.
«Restano sul terreno tutti gli altri problemi di illegittimità sostanziale della procedura adottata», spiega Fanelli. «Non basterà modificare i termini per la presentazione delle istanze per avere ragione nell’udienza di merito (davanti al Tar, ndr) del prossimo 10 aprile. Perché la giunta ha agito in attuazione di una legge dello Stato sbagliata, la 213/2023, con una procedura molto più restrittiva di quella ordinaria per i Comuni in dissesto finanziario, dichiarata lesiva dei diritti dei cittadini dalla Prima Sezione della Corte europea dei diritti dell’Uomo con sentenza del 18 gennaio 2024.
Inoltre, fondati dubbi giuridici nascono anche in relazione alla decurtazione dei crediti (dal 20% al 60% a seconda della vetustà del credito maturato) che ledono alla base i principi giuridici sull’esigibilità delle somme vantate nei confronti dei debitori», insiste quindi la rappresentante dem.
Sono in ballo, riferisce, oltre 130 milioni per 3.882 fatture o note di credito di imprese, «che non vogliamo cancellare come invece vuole fare la maggioranza di Roberti. E proprio a Roberti e alla giunta avevamo chiesto uno scatto di orgoglio e l’impugnazione dinanzi alla Corte Costituzionale della procedura sui crediti commerciali contenuta nella legge di Stabilità dello Stato del 2023, anteponendo i diritti delle imprese molisane alla “fedeltà politica” a un governo che, giorno dopo giorno, si dimostra sempre più nemico del Molise».
Quindi Fanelli rinnova l’invito a revocare la delibera 48 «anche per evitare, per il futuro, che imprese e aziende decidano di non lavorare più per la Regione Molise, stante l’inaffidabilità della stessa nell’onorare, per intero, i propri debiti».

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