Nei talk politici delle televisioni nazionali non si parla d’altro. Il “campo largo” è morto a Bari? L’inchiesta sul voto di scambio che ha colpito l’assessore regionale del Pd Anita Maurodinoia ha portato allo strappo del presidente 5s Giuseppe Conte: niente più primarie e l’alleanza con Schlein torna in discussione. «Elly cambi il Pd o sarà il Pd a cambiare lei», ha detto ieri l’ex premier al Corriere.
«Per la prima volta dopo molto tempo leggo un Movimento che fa il Movimento», il commento del capogruppo pentastellato in Regione Andrea Greco. Che un mese fa, dopo il tonfo alle regionali d’Abruzzo, ha aperto il dibattito. Il 6 aprile ha ribadito la sua posizione in altro post social. E ieri è tornato ad accusare i dem molisani. L’occasione gli è stata fornita su un piatto d’argento dai risultati delle provinciali di Isernia. Elezioni, ha commentato a caldo Greco, che hanno messo a nudo come «davanti a spartizioni e giochi di poteri non c’è alcuna differenza tra centrodestra e centrosinistra». Nel suo mirino è finito Daniele Saia, sindaco di Agnone e socialista, quindi esponente del centrosinistra, la cui elezione al vertice dell’ente di via Berta – ha sostenuto il pentastellato – è «frutto anche dell’appoggio di esponenti del centrodestra». A riprova, ha aggiunto, l’approvazione del bilancio della Provincia passata «solo grazie al voto favorevole di Manolo Sacco, coordinatore provinciale di Forza Italia e uomo di fiducia dell’assessore regionale Andrea Di Lucente. Ora il conto politico è stato regolarmente saldato in occasione dell’ultima tornata che ha visto il rinnovo del Consiglio provinciale di Isernia». Domenica, ha quindi puntato il dito, a fare la differenza a favore del centrodestra sono state le preferenze arrivate dal Comune di Agnone, «che nel cosiddetto voto ponderato hanno un peso specifico maggiore rispetto a quelle di altre amministrazioni. In sintesi è accaduto che tre uomini della maggioranza comunale di Saia hanno chiaramente sostenuto il centrodestra. Ognuno ovviamente è libero di votare per chi vuole, ma è altrettanto sacrosanto essere chiari con i cittadini visto che il Molise è stata la patria dei trasformisti e ci ha abituato a situazioni politicamente paradossali. Allora la domanda è la seguente: ma in questa terra esistono ancora la destra e la sinistra? E di fronte a tutto ciò, il Partito democratico cosa pensa? Che posizione assumono Vittorino Facciolla e Micaela Fanelli che quattro anni fa hanno appoggiato la candidatura del sindaco di Agnone? In attesa di risposte rimango dell’idea che il Movimento 5 Stelle deve continuare a lavorare per essere l’alternativa al compromesso che allontana milioni di cittadini dalle urne. Dopo tanto tempo ho letto una intervista del presidente Giuseppe Conte che finalmente va in questa direzione. Chi vuole essere nostro alleato deve dimostrarlo apertamente senza doppi fini come accaduto con le ultime vicende. A partire dalle prossime amministrative di Campobasso e Termoli, perché chi manipola la fiducia degli elettori va estromesso politicamente dai giochi. In maniera definitiva e senza appello».
Greco quindi non si arrende. Per le amministrative, ha aggiunto a Primo Piano, a Campobasso «nessun medico ci ha ordinato di fare un’alleanza solo col Pd e tenere fuori i civici di Massimo Romano e Pino Ruta. Anzi, noi non dobbiamo dimenticare che nel recente passato in Molise il Pd ha fallito. Non dobbiamo dimenticare che ha voluto qualche anno fa un’alleanza con il centrodestra di Patriciello, mi riferisco alla maggioranza dell’amministrazione Frattura».
Se a Bari il campo largo è morto, in Molise Greco lo vorrebbe anche più largo ma più identitario. «Io non dico che nel Pd non ci siano persone valide o che non ci sia nel buono. Anzi, come Conte dico alla nuova classe dirigente regionale: cambiate il partito ragazzi o il partito cambierà voi. Federiamo tutti i progressisti, insistiamo a proporre il dialogo a Romano e Pino Ruta. Anche a loro chiedo uno sforzo, di fare un passo verso il Movimento. Altrimenti facciamo il gioco del centrodestra».
r.i.