Il rendiconto 2021, da riapprovare per riallineare la successione di documenti corretti in base alle indicazioni della Consulta (che lo ha dichiarato illegittimo qualche mese fa) e della Corte dei conti regionale che lo aveva impugnato, non ha visto ieri il varo definitivo dell’Aula. Dopo il parere favorevole della I commissione, infatti, l’assessore al Bilancio Gianluca Cefaratti ha chiesto al Consiglio di sospenderne l’esame in attesa della notifica della delibera della Sezione di Controllo di via Garibaldi per seguirne le indicazioni in maniera esatta ed evitare di dover poi, eventualmente, rettificare ancora il documento.
Dalla seduta di ieri pomeriggio a Palazzo D’Aimmo – che è stata aperta dal presidente Quintino Pallante con il ricordo e il minuto di silenzio in onore dell’ex consigliere regionale termolese Eduardo Sassi scomparso due settimane fa – è venuta fuori una buona notizia. Rispondendo all’interpellanza degli eletti del Pd Alessandra Salvatore, Vittorino Facciolla e Micaela Fanelli sulla carenza di pediatri, il governatore Francesco Roberti ha fra le altre cose reso noto l’avvio del cosiddetto “pronto soccorso pediatrico”, in realtà un servizio ambulatoriale svolto negli ospedali pubblici nel fine settimana da parte dei pediatri di libera scelta che hanno dato l’adesione al progetto autorizzato con decreto dei commissari della sanità. L’Asrem, ha spiegato Roberti, ha concluso le operazioni formali: sono 20 i professionisti che garantiranno il servizio nei weekend (il costo dell’iniziativa è pari a 300mila euro per un anno). Soddisfazione è stata espressa da Salvatore (che ha rimarcato tuttavia l’urgenza di risolvere la carenza dei neuropsichiatri infantili) ma pure dal collega 5s Angelo Primiani che da tempo chiedeva la riattivazione di un servizio sperimentato già nel 2018: «Stavo monitorando con attenzione l’attivazione di questi ambulatori: oggi il presidente Roberti ha comunicato in Aula che sono 20 i pediatri che hanno aderito al progetto, e che i quattro presidi saranno aperti il sabato, dalle 14 alle 20, e la domenica dalle 8 alle 20. Su questi temi non deve esistere colore politico: parliamo di soluzioni e risultati che rispondono semplicemente alle esigenze della collettività. Ora lavoriamo per rendere il servizio strutturale».
Tra gli altri argomenti oggetto di mozioni e interrogazioni, ampio spazio ha preso – prima e durante i lavori – il tema del taglio di alcune corse sulle tratte Isernia-Roma e Isernia-Caserta (in vigore a partire dal 1 luglio). All’interrogazione dei 5 stelle ha risposto, domanda per domanda, il presidente Roberti che ha trattenuto per sé la delega ai Trasporti. Il debito della Regione nei confronti di Trenitalia, ha riferito, è pari a 40 milioni di euro, in sede di sottoscrizione del nuovo contratto di servizio si è posta la necessità di rendere il servizio sostenibile per i conti di Palazzo Vitale. Si è scelto, queste a grandi linee le spiegazioni del governatore all’Aula, di intervenire su corse con orari ravvicinati. Roberti ha anche sottolineato un numero non troppo elevato di pendolari che le utilizzavano (40). Una «razionalizzazione necessaria» ma oggetto, ha detto, di «un attento monitoraggio» per cui «se fossero rilevate inefficienze ci saranno correzioni, sempre evitando costi aggiuntivi». Correzioni che, per ipotesi, Roberti ha anche indicato.
Dalle opposizioni, in questo caso, netta insoddisfazione. Bisognava consultare le associazioni degli utenti prima di scegliere quali corse tagliare, hanno fatto rilevare Gravina, Greco e Salvatore. «Pur comprendendo le difficoltà economiche di cui l’amministrazione deve tener conto – ha sottolineato Gravina – è inaccettabile che solo ora si parli di monitoraggio per valutare l’impatto dei tagli delle corse sulle reali esigenze di tutti coloro che quotidianamente usufruiscono di un servizio cruciale per il proprio lavoro, per il proprio studio e per la propria vita». Altro punto critico per l’ex sindaco di Campobasso il costo chilometrico che la Regione Molise paga a Trenitalia per il servizio sostitutivo su gomma (è compreso nel valore complessivo del contratto di servizio ma Roberti ha specificato che l’azienda del Gruppo Fs riconosce alle ditte che effettuano il sostitutivo 2,50 euro a chilometro, ndr), è decisamente più alto rispetto a quello del trasporto pubblico urbano e locale. Questo è un ulteriore punto sul quale riflettere nell’ottimizzazione futura di risorse che vanno gestite in modo attento ed oculato, ma senza per questo svilire le necessità e le esigenze dei cittadini».
Iscritta all’ordine del giorno la mozione a prima firma Salvatore (e sottoscritta da esponenti dem e pentastellati) che chiede di rivedere la rimodulazione degli orari (e prende spunto anche dalla mobilitazione dei pendolari che sta prendendo forma in questi giorni). Ma all’immediata discussione il centrodestra ha detto no.

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