Pd. 5s e Costruire democrazia hanno presentato in Consiglio regionale una proposta di referendum abrogativo sulla legge che attua l’autonomia differenziata. Gli atti, illustrati nella seduta di martedì fra gli altri da Fanelli, Greco e Romano, sono ora all’attenzione della I Commissione di Palazzo D’Aimmo.
«La riforma, così come è stata votata – ha osservato la rappresentante del Pd Micaela Fanelli – non fa bene all’Italia, soprattutto al Meridione e ancora di più al piccolo e povero Molise. Più soldi alle Regioni del Nord, meno servizi essenziali al Sud, senza alcuna reale garanzia di compensazione».
Per l’esponente dem, dunque, è necessario «far comprendere alla maggioranza di centrodestra che è il momento di dimostrare come gli interessi del Molise sono superiori a quelli di “fedeltà” al Governo nazionale» e votare la proposta di deliberazione per chiedere insieme alle altre cinque Regioni che hanno già annunciato iniziative in tal senso (sono Sardegna, Toscana, Puglia, Emilia Romagna e Campania a guida centrosinistra, «di far decidere agli italiani e ai molisani attraverso lo strumento referendario se accettare o meno la cosiddetta secessione dei ricchi. Perché vani sono stati tutti i tentativi esperiti finora dal centrodestra di dimostrare che l’autonomia differenziata farà bene e porterà vantaggi al Sud, senza la definizione e il finanziamento preventivo dei livelli essenziali di assistenza, senza alcuna garanzia presente e futura».
Contestualmente è stata annunciata anche la presentazione di una richiesta per un referendum di abrogazione parziale della legge, «per eliminare dal testo le disposizioni più vessatorie per le regioni più deboli».
Grazie ai correttivi apportati dagli emendamenti di Fratelli d’Italia, ribatte nel dibattito a distanza il senatore Costanzo Della Porta che del disegno di legge è stato relatore a Palazzo Madama, «il testo è migliorato. Garantiamo i Livelli essenziali delle prestazioni, che – lo prevede l’articolo 4 – vanno assicurati su tutto il territorio prima di procedere agli accordi sull’autonomia». Se una Regione chiede più autonomia su una materia, i costi per garantire quei servizi devono essere previsti e coperti anche per le Regioni che non ne hanno rivendicato la competenza piena, sottolinea Della Porta. «L’autonomia è una facoltà e non un obbligo. Il presidente della Regione Molise può non chiederla nelle materie previste dalla Costituzione ma al Molise non verrà tolto nulla». Ieri però il governatore del Veneto ha chiesto di attuare la riforma per nove materie entro il 2024. «Zaia ha chiesto l’autonomia nelle nove materie che non sono materie Lep, non sono suscettibili di valutazione economica, ma per le altre, ripeto, non ci sono i pericoli agitati dalle opposizioni. Che non conoscono il testo, o fingono di non conoscerlo. Gli articoli 7 e 9 contengono infatti le clausole di salvaguardia e di supremazia dello Stato. Se dalle verifiche sulle intese firmate emerge che una Regione è inadempiente sui livelli delle prestazioni, l’autonomia è sospesa. Ci sono, quindi, pesi e contrappesi. Io non sono preoccupato, se lo fossi stato non avrei certo votato il disegno di legge».
r.i.

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