La Uil Molise boccia la legge nazionale sul taglio delle liste di attesa in sanità. «Misure totalmente inadeguate a risolvere l’annoso problema e non tengono in adeguato conto il diritto, costituzionalmente garantito, di ogni cittadino alla salute e a ricevere, con efficacia e in tempi brevissimi, le cure di cui ha bisogno», sintetizza in premessa la segretaria Tecla Boccardo.
«L’attivazione della Piattaforma nazionale di monitoraggio Agenas delle liste d’attesa risulta un copia-incolla del passato, è infatti una soluzione già proposta nel 2006/2008 nel Piano nazionale per il contenimento dei tempi di attesa che non ha prodotto nessun risultato. Ci si chiede, pertanto, perché riproporla senza alcun aggiustamento/adeguamento», prosegue.
E scende poi nel dettaglio della situazione in Molise. Dove, rileva, «a tutt’oggi manca una “rete unica integrata tra pubblico e privato accreditato”, realmente fruibile. Inoltre, come spesso accade in Molise, quello che c’è iscritto negli atti è solo teoria lontana da quella realtà con cui quotidianamente si scontrano i malati molisani nel momento in cui interagiscono con il sistema sanitario. Non sarà di certo il Cup unico a superare i problemi strutturali presenti e a rendere funzionale il sistema sanitario di tutela della salute».
E, ancora, «la “ricetta magica”, tirata fuori dal cilindro dal Governo, prevede visite ed esami anche di sabato e domenica, ma senza risorse sufficienti, senza nuovo personale, senza una riorganizzazione strutturale e senza investire seriamente in prevenzione, non sarà sufficiente ad abbattere definitivamente le lunghe liste d’attesa».
In definitiva, per Boccardo, «sono vent’anni che esiste il problema delle liste d’attesa e che non viene risolto! Ma, ancor peggio, sono quarant’anni che si continua a fare sempre lo stesso errore: inseguire la domanda piuttosto che rispondere adeguatamente ai bisogni, senza di fatto risollevare il sistema sanitario. La situazione, così facendo (anzi, così non facendo) è destinata a peggiorare e il problema è destinato piuttosto ad amplificarsi proprio perché la popolazione anziana, nei prossimi anni, crescerà nei numeri e in percentuale sugli abitanti. Invitiamo, una volta di più, a fare meno proclami e ad agire con determinazione e maggior concretezza».
In regione, inoltre, il piano di rientro dal debito ha portato il sistema sanitario «al limite, tagliando fino all’inverosimile servizi e prestazioni. In Molise abbiamo, oggi più di ieri, un sistema sanitario che ha difficoltà a rispondere ai bisogni primari e ordinari, alle richieste delle persone; tanto più va in tilt quando deve rispondere alle emergenze (qualcuno ricorda i mesi del Covid?). Tutto questo, di fatto, genera malasanità e disincanto se non delusione nei cittadini, proprio nel momento del bisogno personale e familiare».
Quindi, la leader della Uil rilancia la proposta: «Ci sarebbe, invece, bisogno di avere un’offerta di sanità non ridotta ma sovrabbondante, con reparti funzionanti al 100%,. Serve una rete unica integrata tra pubblico e privato accreditato, E questo deve essere davvero fruibile accessibile e funzionale al sistema pubblico e non restare solo sulla carta, l’assistenza e la cura dei malati non può avere colore politico. È indispensabile passare dalla “logica delle prestazioni” alla “logica della presa in carico” rispondendo ai bisogni dei molisani con un’offerta sanitaria immediata e di qualità.
Ai molisani non basta più che si continui a ragionare in termini di “efficienza” o “efficientamento” per i sistemi sanitari, come se la tutela della salute fosse uno qualsiasi dei sistemi produttivi, che ha le sue regole economiche. Si cambi rotta, si guardi alla risposta ai bisogni delle persone e alla funzionalità del sistema sanitario regionale. Ma occorre farlo subito, laddove il tema della riorganizzazione strutturale ancora una volta non è stato seriamente affrontato, continuando ad seguire solo la logica del contenimento della spesa che però da 14 anni vede paradossalmente un solo risultato: l’aumento del debito e della mobilità passiva».
Poi Boccardo conclude: «Lo scenario che abbiamo davanti è ancora più preoccupante, con l’autonomia differenziata le cose potranno solo peggiorare in sanità. Tutti devono sottoscrivere il referendum contro l’autonomia differenziata per rivendicare il diritto anche dei molisani di vedersi garantiti gli stessi Livelli di prestazione delle altre Regioni e una sanità pubblica di qualità».

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.