Decreto Molise o, al momento più verosimilmente, misure straordinarie per la XX Regione inserite nella finanziaria del governo Meloni per il 2025 (che sarà presentata in autunno). Comunque un provvedimento ad hoc «che ci consenta di avere una sanità di qualità».
All’indomani del confronto fra la delegazione di FdI e il ministro della Salute Orazio Schillaci, a margine della seduta del Consiglio regionale sull’autonomia differenziata, il governatore Francesco Roberti non si è sottratto alle domande dei giornalisti sull’argomento.
Buone notizie, hanno ufficializzato lunedì i parlamentari, gli assessori e i responsabili di partito di Fratelli d’Italia: dopo la pausa estiva Roma metterà in campo misure per superare le criticità della sanità molisana.
Il summit era stato preceduto da un incontro fra il presidente Roberti, il rettore dell’Unimol Brunese (componente del Cda dell’Iss) e Schillaci. Già in quella sede era stata finalizzata la strategia condivisa da governo nazionale e regionale – con il supporto operativo della delegazione parlamentare – per portare il Molise fuori dalle secche (e poi fuori dal commissariamento).
«Da un anno stiamo lavorando su due fronti insieme agli esperti del Ministero che ci stanno seguendo in questo percorso per uscire da un commissariamento che dura da anni e non possiamo dire che si siano risolti i problemi, anzi il più delle volte le cose si sono complicate. Sulle cose che possiamo migliorare e lo stiamo facendo e poi sull’analisi delle difficoltà strutturali, per le quali è allo studio un provvedimento che consentirà di superare i limiti del nostro servizio sanitario regionale, a partire da quelli imposti dal decreto Balduzzi senza dimenticare quelli che riguardano la spesa e il finanziamento», ha spiegato Roberti.
Il Molise è bloccato in un circolo vizioso: il debito blocca le scelte, anche per esempio su eventuali incentivi per le assunzioni, che significa non riuscire a erogare servizi e quindi il mancato rispetto dei Livelli essenziali di assistenza. «Un cane che si morde la coda, Roma questo lo ha capito».
L’intervento, aggiunge quindi il governatore, si snoderà su due binari. «Il problema sta in alcuni debiti sanitari pregressi? Bene, questi debiti vanno sanati come lo sono stati per la Calabria, con un contributo aggiuntivo del fondo Agenas. Tra l’altro, i fondi necessari per il Molise sono irrilevanti rispetto al fabbisogno complessivo per la sanità nazionale». Sarà un «atto politico e tecnico che ci consentirà di avere una sanità di qualità attraverso misure economico-finanziarie e misure tecniche per superare i limiti che bloccano la nostra regione perché ha meno di 500mila abitanti». Di fatto, una deroga al dm 70 per alcuni servizi, pare di capire. Determinante in questo senso sarà l’esito del lavoro della commissione che sta lavorando alla revisione del decreto.
Roberti è fiducioso. «Il governo ha dimostrato di farsi carico insieme a noi del debito della Regione e colgo l’occasione per ringraziarlo. Ora affrontiamo quest’altra partita che riguarda il debito della sanità. Si sa quali sono stati i meccanismi che ci hanno portato in questa situazione che noi abbiamo ereditato. Oggi questi meccanismi devono essere rivisti, per questo cercheremo di ottenere un provvedimento ad hoc».
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