Un altro appello al centrodestra e al governatore Roberti, firmatario della riforma dello Statuto approvata in seconda lettura a fine luglio (e non sarà l’ultimo): tornate indietro, revocate l’introduzione del secondo sottosegretario.
Contemporaneamente però gli esponenti delle minoranze Alessandra Salvatore, Micaela Fanelli, Massimo Romano, Andrea Greco, Angelo Primiani e Vittorino Facciolla hanno incontrato la stampa per confermare: stiamo per depositare la richiesta di referendum all’ufficio di presidenza del Consiglio, mettendo così in moto la procedura del referendum confermativo previsto dall’articolo 123 della Costituzione.
Appena dopo la conferenza le firme in calce all’istanza e il deposito dal segretario generale dell’Assemblea legislativa. Assente ieri per motivi istituzionali, il presidente Quintino Pallante svolgerà oggi gli adempimenti di sua competenza (dichiarare lo status di consiglieri in carica dei richiedenti, verificarne il numero in base a quanto previsto dalla Costituzione e poi inviare il fascicolo al governatore che dovrà provvedere alla pubblicazione sul Burm e poi all’indizione della consultazione in una domenica, precisa la legge 36/2005, compresa fra il 50° e il 70° giorno successivo all’emanazione del decreto di indizione).
Romano (Cd) ha aperto l’incontro con gli organi di informazione. Nessun tentennamento, ha confermato, andiamo avanti. «Chiediamo di accorpare il referendum sul secondo sottosegretario a quello sull’autonomia differenziata, in questo modo che si risparmia sulle spese. La nostra posizione – ha evidenziato Salvatore (Pd) è politica: al di là dei costi della politica contestiamo che il centrodestra abbia speso tutte le proprie energie per questa riforma che interessa solo alla maggioranza e a chi sarà nominato e non per risolvere i problemi dei cittadini».
Il centrodestra deve fermarsi, ha scandito la capogruppo dem Fanelli, esprimendo solidarietà al collega Romano. «Basta attacchi vergognosi e intimidazioni, noi terremo i toni e i contenuti del confronto sul merito. Dicono che il secondo sottosegretario serva per avere maggiore presenza a Roma. Io mi accontenterei della presenza degli assessori e del sottosegretario già in carica. Per essere più incisivi in Consiglio? C’è l’assenza di qualsiasi iniziativa legislativa. Per un maggiore raccordo fra giunta e Consiglio? Non ne ho traccia per i cinque anni passati e per questo anno di nuova amministrazione».
Il no al secondo sottosegretario, amplia il ragionamento Primiani (5s), è anche «un no alla logica della spartizione del potere che caratterizza il governo di centrodestra. Ultimo esempio in ordine di tempo, la proroga dei commissari delle Comunità montane con l’ingresso di persone che evidentemente andavano ricompensate per il sostegno elettorale».
Dal Pd Facciolla ha di nuovo sollecitato «un atto di resipiscenza da parte della maggioranza. Intanto perché il Consiglio finora non ha prodotto nulla se non l’aumento dell’Irpef e il secondo sottosegretario. Nulla nell’interesse dei molisani».
Saranno loro, i molisani, a decidere «su una riforma che ha piegato – ha chiosato il capogruppo pentastellato Greco – lo Statuto agli interessi di partito o di una parte della maggioranza».
Una volta formalizzati tutti gli adempimenti, hanno assicurato gli esponenti dell’opposizione a Palazzo D’Aimmo, sarà avviata la campagna referendaria sul territorio.

ritai

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.