Via libera, nell’ultima seduta del Consiglio dei ministri prima della pausa di Ferragosto, al riconoscimento delle quote premiali del fondo sanitario per il Molise relative agli anni 2015 e 2016 e alla legge di modifica dello Statuto che introduce il secondo sottosegretario.
Per Palazzo Chigi formalmente la norma è corretta. Saranno però i molisani, al referendum chiesto dai consiglieri regionali di opposizione, a decidere se confermarla (e quindi farla entrare in vigore) oppure no (e in quel caso si azzera tutto).
Per quanto riguarda le premialità per la sanità molisana, il Cdm – si legge nel comunicato diramato a margine – «su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, ai sensi dell’articolo 1, comma 3, del decreto-legge 7 ottobre 2008, n. 154, ha deliberato l’autorizzazione all’anticipazione di somme, a valere sulle spettanze residue a titolo di finanziamento del Servizio sanitario nazionale, fino a tutto l’anno 2016 compreso, in favore della Regione Molise, per un importo di 31,388 milioni di euro, fatte salve eventuali necessarie compensazioni».
Quasi 32 milioni che, come condiviso da struttura commissariale e vertici dell’azienda sanitaria saranno trasferiti con decreto all’Asrem e vincolati al saldo di vecchie fatture. Una boccata d’ossigeno per i tanti fornitori che da tempo attendono il soddisfacimento dei crediti vantati.
Il raggiungimento degli obiettivi, e di conseguenza l’okay allo sblocco dei fondi, è stato certificato dal tavolo tecnico nella riunione di aprile scorso.
I commissari Bonamico e Di Giacomo, insieme alla dg Salute Gallo, ora stanno lavorando al raggiungimento degli obiettivi fissati per le annualità successive al 2016 per riscuotere le relative premialità.
Dal dipartimento Affari regionali è poi arrivato il via libera alla legge statutaria del Molise che modifica in più punti lo Statuto (introducendo anche la possibilità per il governatore di nominare due sottosegretari alla presidenza della giunta e istituzionalizzando la figura del consigliere delegato). Via libera che il Cdm ha sancito con la non impugnativa. Ultimo banco di prova (e ostacolo) per il testo, il referendum statutario previsto dall’articolo 123 della Costituzione e richiesto, ai sensi della legge regionale 36/2005, dagli esponenti di Pd, 5s e Costruire democrazia che venerdì hanno completato gli adempimenti all’ufficio di presidenza del Consiglio di via IV Novembre.