Incredibile ma vero, c’è un provvedimento della giunta Roberti che la capogruppo del Pd in Consiglio regionale Micaela Fanelli condivide. O meglio, aveva condiviso. Vale a dire la rimozione di Carlo Perrella da commissario di tre Comunità montane, fra cui la Fortore che Fanelli conosce bene per essere stata a lungo sindaca di Riccia.
«Nemmeno questa ciambella, però, è riuscita con il buco», commenta ora che Perrella è stato rimesso in sella dopo le dimissioni dal’incarico del sindaco di Cercepiccola Nardacchione chiamato dall’esecutivo a sostituire l’ex assessore comunale di Bojano. «La gestione in questione è stata, ed è tuttora, oscura, inadeguata e caratterizzata, sotto molti aspetti, da atti illegittimi e costi ingiustificati – commenta Fanelli – Ho più volte manifestato pubblicamente l’esigenza di ristabilire le condizioni minime per un esercizio istituzionale conforme alle norme, soprattutto a quelle contabili e riguardanti la funzione liquidatoria, che richiede esclusivamente l’adozione di atti finalizzati alla dismissione e chiusura della gestione della Comunità montana. Tuttavia, ciò non è avvenuto. Gli abusi della gestione Perrella sono evidenti a tutti, e non si può più far finta di non vederli.
Soprattutto dopo la rinuncia di Nardacchione, il cui motivo appare evidente: chi vorrebbe mettere mano in un ginepraio di problemi? L’eredità di Perrella è ingestibile per chiunque non intenda avallare atti e comportamenti dubbi».
Quindi l’invito al governatore: torni sui suoi passi. «Altrimenti, l’incarico nuovamente conferito a Perrella sarà la prova definitiva della sua corresponsabilità in quella gestione. Dopo la rinuncia di Nardacchione e dopo tutte le volte in cui noi consiglieri, non solo di minoranza, nella scorsa e nell’attuale legislatura, abbiamo palesato la gravità della situazione, il governatore non può più fingere di non sapere. È lui che delega Perrella all’esercizio liquidatorio. La responsabilità per gli atti del delegato ricade interamente su di lui, il delegante. Ora più che mai, visto che anche l’unica cosa buona che aveva fatto (rimuovere Perrella) non gli è riuscita, deve fermarsi. Deve affrontare la situazione di petto e affidare l’incarico a una persona che indaghi a fondo su quanto accaduto durante la gestione Perrella. Solo così – conclude Fanelli – potrà sottrarsi a eventuali responsabilità per omissione di controllo».

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.