Uno scherzo del destino che probabilmente ha origine nel periodo di ferie. Solo il 3 settembre è stata pubblicata all’albo pretorio la deliberazione del Consiglio del 24 luglio scorso, quella con cui l’Assemblea legislativa dava via libera (13 sì e 7 no, Nicola Cavaliere assente) ha approvato in seconda lettura la riforma dello Statuto della Regione introducendo, fra le altre cose, la possibilità per il presidente della giunta di nominare un secondo sottosegretario.
Deliberazione che potrebbe essere revocata già durante la prossima seduta (al massimo quella successiva) dell’Assise.
È stato il presidente Quintino Pallante a ufficializzare alla Conferenza dei capigruppo la decisione presa dalla maggioranza di centrodestra, nella riunione convocata lunedì a Palazzo Vitale dal governatore Roberti per programmare il rientro dopo la pausa di agosto. Dietrofront per evitare il referendum confermativo che costerebbe alle casse di via Genova 1,5 milioni (se non di più).
La forma è ancora da definire con certezza. L’ipotesi sul tavolo al momento più accreditata è quella di un atto di revoca proprio della deliberazione del 24 luglio: senza la seconda lettura sulla riforma statutaria non ci sarebbe alcun provvedimento normativo da sottoporre al giudizio dei molisani. Di fatto l’iter referendario avviato con l’istanza presentata (ai sensi dell’articolo 123 della Costituzione e della legge 36/2015) dagli eletti delle minoranze (Pd, 5s e Costruire democrazia).
Nelle scorse ore era stata studiata anche la strada dell’abrogazione della legge. Che però legge non è ancora diventata proprio perché la richiesta di consultazione popolare ha bloccato la sua promulgazione. L’unico appiglio, secondo la tesi che ieri era la traccia di lavoro, è la deliberazione di Consiglio che si intende come atto amministrativo e non normativo. Di qui, l’idea di una revoca che sarà portata all’attenzione dell’Aula a giorni. Un provvedimento rapido e indolore. Mentre la legge di abrogazione richiederebbe tempi più lunghi (per qualcuno anche due letture per via della procedura aggravata prevista per le modifiche statutarie) con effetti non chiari (interruttivi o no nel frattempo che si conclude la procedura?) sull’iter del referendum.
Formalismi a parte, già ai colleghi dell’ufficio di presidenza – che ieri mattina pure è stato in riunione e che aveva sul tavolo il dossier “richiesta di referendum” – Pallante ha confermato l’intenzione della maggioranza di archiviare il secondo sottosegretario.
Con la legge verrà cancellata anche la base giuridica che i suoi articoli fornivano all’istituto della delega ai consiglieri. Ma, blindatura statutaria o meno, il centrodestra ha concordato (sempre nel conclave di lunedì) di procedere con la redistribuzione che alleggerirà il peso sulle spalle degli assessori (e il relativo “potere”) e promuoverà gli altri colleghi alla gestione di settori e competenze. Di concerto col presidente della giunta, però. Senza gli effetti che la riforma si proponeva, resterà lui il dominus della materia.
Sulle future e nuove attribuzioni circolano parecchie voci e contrastanti. Conviene aspettare i decreti di Roberti. Fra gli altri, Armandino D’Egidio (FdI) dovrebbe occuparsi di Turismo, Cultura e Sport (e il collega di partito Micone di Agricoltura e Digitalizzazione), Stefania Passarelli (Il Molise che vogliamo) di Politiche sociali. Roberto Di Baggio (Forza Italia), secondo sottosegretario in pectore e adesso fuori gioco per quel ruolo perché è il ruolo ad essere stato tolto dal tavolo, dovrebbe occuparsi di Personale.
r.i.

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