«Mi dichiaro colpevole di aver difeso i confini italiani». Con queste parole, in un videomessaggio, il ministro delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini spiega le ragioni per cui è attualmente sotto processo. Per il caso Open Arms, la procura di Palermo ha chiesto sei anni di carcere per l’allora ministro dell’Interno, con l’accusa di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. Nell’agosto 2019, Salvini vietò lo sbarco di 147 migranti su suolo italiano, violando diverse convenzioni internazionali. La nave rimase in mare per 20 giorni, durante i quali la situazione a bordo divenne sempre più critica. La decisione di Salvini si basava sul “decreto sicurezza bis”, ma una sentenza del Tar del Lazio consentì alla nave di entrare nelle acque territoriali italiane. La sentenza definitiva è attesa entro la fine dell’anno.
Mentre dal centrosinistra piovono critiche, Salvini riceve la solidarietà della sua area politica. Dal Molise, esprimono vicinanza e pieno supporto all’operato del ministro l’eurodeputato Aldo Patriciello, rieletto per la quinta volta al Parlamento Europeo, stavolta con la Lega, e l’assessore regionale ai lavori pubblici Michele Marone, commissario della Lega in Molise e consigliere giuridico del ministro Salvini.
«Oggi a Palermo il Pubblico ministero chiederà il carcere per Matteo Salvini per i fatti del 2019 quando, da ministro dell’interno, si oppose allo sbarco di immigrati clandestini sul territorio italiano. Aldilà di ogni giudizio politico, io credo che Salvini abbia fatto semplicemente ciò per cui era stato votato dagli elettori e ciò che la sua funzione di ministro richiedeva, ovvero difendere i confini. E difendere i confini non è mai reato» scrive sulla sua pagina facebook l’eurdoeputato Patrciello.
Così invece Marone: «Matteo Salvini ha agito in esecuzione del suo dovere di ministro dell’Interno, incaricato di proteggere i confini dell’Italia dall’immigrazione clandestina e garantire la sicurezza nazionale.
Le sue azioni non sono state dettate da discriminazione o intolleranza, ma dalla necessità di far rispettare la legge in materia. Si è trattato, quindi, di una azione di responsabilità politica-istituzionale sovraordinata e connessa alla funzione di ministro dell’Interno che, in quanto tale, non può assumere rilevanza penale. Pertanto, a fronte dell’ipotesi accusatoria avanzata oggi nel processo “Open Arms”, esprimo tutta la mia solidarietà umana e politica a Matteo Salvini, vice premier, nonché ministro delle Infrastrutture e Trasporti e nostro segretario nazionale di partito».

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.