Matteo Salvini, leader della Lega, prende la parola sul palco di Pontida alle 13:45, durante il tradizionale raduno del Carroccio, davanti a una folla compatta di sostenitori giunti da tutta Italia. Il suo intervento dura una ventina di minuti e segna la chiusura della 36ª edizione di questo evento simbolico per il movimento leghista. Come ogni anno, il prato di Pontida si riempie del “popolo delle camicie verdi”, composto da militanti storici e nuove generazioni, riuniti in un’atmosfera di celebrazione e rilancio politico.
Accanto a Salvini, sono presenti tutti i principali esponenti del partito, dai ministri ai capigruppo parlamentari, a testimoniare la compattezza del movimento. Rivolgendosi alla platea, il segretario della Lega ripete più volte «non si molla», un mantra che risuona tra gli applausi, espressione di una volontà comune di resistere alle sfide politiche attuali. «Dopo 30 anni di battaglie – ribadisce con orgoglio – l’autonomia è una realtà, è diventata legge dello Stato, e indietro non si torna». Salvini risponde con fermezza a chi critica l’autonomia, sottolineando che non rappresenta un pericolo per l’unità nazionale, bensì un motore per il futuro del Paese. «L’autonomia – dichiara – significa merito, significa efficienza». In un contesto in cui la riforma dello Stato è spesso vista come una minaccia, il segretario della Lega ribalta la narrazione, descrivendola come un’opportunità per migliorare l’efficienza amministrativa e ridurre gli sprechi. In merito alla prossima legge di bilancio, il leader leghista lancia un messaggio chiaro, chiedendo che eventuali aumenti fiscali gravino su coloro che ne hanno la possibilità, come i grandi banchieri, piuttosto che sugli operai, che rappresentano il cuore pulsante dell’economia italiana. Il ministro alle infrastrutture sottolinea anche la compattezza del governo, descrivendolo come «un governo di amici prima ancora che di alleati». Questa affermazione sembra voler rassicurare tanto i militanti quanto l’opinione pubblica sulla stabilità dell’esecutivo, nonostante le pressioni esterne e le divergenze su alcuni temi specifici. Sul delicato tema dell’immigrazione, il capo del Carroccio chiarisce che il problema non è il colore della pelle o il luogo di nascita, ma piuttosto la sicurezza e il rispetto delle regole. «La ricetta per i prossimi anni non è concedere cittadinanze con facilità, ma revocarle a chi delinque» dichiara. Questa posizione riflette una visione rigorosa della cittadinanza come «atto di fede», un privilegio che non può essere preso alla leggera. La metafora delle «chiavi di casa» evidenzia l’idea di fiducia e appartenenza: chi tradisce questa fiducia, secondo Salvini, non ha più diritto a rimanere in Italia. «Non abbiamo bisogno di altri delinquenti» afferma con tono deciso, ottenendo il consenso dei suoi elettori, preoccupati per la sicurezza e il controllo dell’immigrazione.
Particolarmente rilevante è il riferimento al processo Open Arms, dove l’ex titolare del Viminale rischia fino a sei anni di carcere con l’accusa di sequestro di persona per aver impedito lo sbarco di migranti. Con determinazione, il leader della Lega ribadisce di voler affrontare questo processo «a testa alta», considerandolo una battaglia di principio, simbolo della sua lotta per la difesa dei confini nazionali. Non è un caso che ringrazi più volte gli alleati stranieri presenti al raduno, mai così numerosi come quest’anno. Tra i sostenitori più illustri spicca il premier ungherese Viktor Orbán, guest star della giornata, che elogia Salvini definendolo «un eroe di cui tutta l’Europa ha bisogno». Il sostegno internazionale che il leader leghista raccoglie, soprattutto da figure che condividono la sua visione sulla chiusura dei confini, rafforza la sua posizione in ambito europeo, consolidando il suo ruolo di difensore della sovranità nazionale contro l’immigrazione incontrollata.
A Pontida, per la prima volta, partecipa anche l’eurodeputato venafrano Aldo Patriciello, già immortalato la sera precedente in una foto con Salvini, in un clima di amicizia e collaborazione. Accanto a loro anche l’assessore Michele Marone, coordinatore della Lega in Molise, che guida una nutrita delegazione di sostenitori molisani, giunti in Lombardia con mezzi propri e pullman organizzati. Il Molise si fa notare anche con uno stand, tra i più apprezzati, dove vengono esposti i migliori prodotti enogastronomici della regione.
A conclusione della manifestazione, l’eurodeputato Patriciello posta sul suo profilo facebook numerosi «scatti di una giornata fatta di emozioni, di militanza, di politica tra la gente. Migliaia di persone per ribadire che la difesa della propria identità e dei confini nazionali è un diritto sacrosanto di ogni Paese. Avanti così». Mentre l’assessore Marone esprime grande soddisfazione e ribadisce il «pieno sostegno al ministro e vicepremier Matteo Salvini, nostro segretario nazionale. Per aver svolto il suo dovere come ministro dell’Interno, difendendo i confini nazionali dall’immigrazione clandestina, oggi si trova ingiustamente sotto processo, bersaglio di un’azione politica sostenuta dall’autorizzazione a procedere votata dalle sinistre. Restiamo al fianco di Salvini e confidiamo nella giustizia».

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