Calma apparente nella seduta monotematica sulla crisi idrica, o meglio sulla crisi del servizio idrico integrato del Molise.
L’ex sindaco di Campobasso Roberto Gravina, ad esempio, ha ribadito la sua richiesta di un’operazione trasparenza e rinnovato le critiche – pur sottolineando con una punta di sarcasmo «devo stare attento a come parlo» – a Molise Acque. Nella sintesi offerta a margine della riunione ha concluso: «Invece di minacciare querele, credo sia giusto fare un’operazione di trasparenza sui dati ufficiali e ufficiosi forniti da Molise Acque. I cittadini vogliono chiarezza e risposte concrete per risolvere una crisi che ha colpito tutti». Rispetto alle sue dichiarazioni in merito al livello delle sorgenti, mai così basso per l’azienda speciale e non così invece per Gravina, da Molise Acque è filtrata l’ipotesi di una denuncia.
Ad ogni modo l’operazione trasparenza su governance del sistema idrico, finanziamenti e debiti sia di Molise Acque sia di Grim, dispersione, stato delle reti e progetti di investimento è stata chiesta da tutta l’opposizione al presidente Roberti e al neo consigliere delegato Massimo Sabusco.
La capogruppo del Pd Micaela Fanelli si è chiesta, e quindi ha chiesto, anche come sia possibile che il sindaco di Boiano – impegnato nella legittima difesa del Comune in una causa contro Molise Acque – possa restare presidente dell’Egam, ente di governo dell’ambito regionale.
Dalle minoranze anche la sollecitazione a riprogrammare i fondi Fsc per ristrutturare le reti comunali, spesso colabrodo. E a intervenire attraverso Finmolise per sanare o ridurre l’esposizione debitoria di Molise Acque (il governatore ha parlato di 68 milioni) e anche di Grim che finora dei 13 milioni che deve al fornitore (proprio Molise Acque) è riuscita a pagarne solo uno.
La strada suggerita dalle minoranze con la mozione, poi bocciata dall’Aula, secondo il presidente Francesco Roberti «non rappresenta la soluzione». Esclusa la possibilità per la Regione di rimpinguare Molise Acque, il governatore ha anche evidenziato la difficoltà della Grim di muovere i primi passi. Ha espresso dubbi sul fatto che una società che sta attraversando una complicata fase di startup (derivante anche dallo stato del servizio idrico che ha ereditato) possa portare a termine gli investimenti milionari in programma per la “ricostruzione” delle reti. Non ha nascosto che a suo parere avrebbe dovuto essere l’azienda si via Depretis a occuparsi dell’intera filiera dell’acqua: dalla captazione alla distribuzione ai cittadini. Ma adesso, ha indicato, è il momento di fronteggiare quella che ha definito una «tempesta perfetta».
Molise Acque è come un «malato sul lettino che ha bisogno di un defibrillatore» per cui «serve un percorso virtuoso di recupero delle somme che Molise Acque ha speso per fornire l’acqua». Quindi ha chiesto un atto di coraggio ai sindaci riuniti nell’Egam per avviare, lì sì, un’operazione verità e capire chi non ha pagato e quanto. Scovare e regolarizzare gli allacci abusivi e procedere a un piano di rientro. Che porterà, anche questo Roberti non lo ha nascosto, a un aumento delle tariffe. A Termoli, ha portato ad esempio, queste azioni sono state portate avanti con Acea insieme agli investimenti sulla rete che ha una dispersione del 24% (a Campobasso è del 66).
«Poi porteremo a termine tutti gli investimenti che sono necessari. Adesso però è tempo – ha concluso il presidente della Regione – di voltare pagina nella gestione dell’acqua. La musica deve cambiare perché se paghiamo tutti paghiamo poi anche meno».
r.i.

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