Quattro articoli, il Titolo II dello Statuto della Regione Molise, sono ancora – è il caso di dirlo – rimasti sulla carta. Non c’è norma attuativa. Quindi se si volesse promuovere un referendum di abrogazione, totale o parziale, di una legge regionale o di un regolamento (articolo 12 dello Statuto) non si avrebbe a disposizione lo strumento per procedere.
Per colmare questa lacuna e per rendere concreta la partecipazione diretta dei cittadini al processo legislativo gli esponenti dei gruppi di minoranza a Palazzo D’Aimmo hanno presentato un ddl che aggiunge un quinto “Capo” (ai quattro che disciplinano i referendum abrogativo e consultivo, la petizione e la legge popolare), quello relativo all’utilizzo di piattaforme informatiche per la raccolta di firme o per l’adesione.
«È bastato chiedere il referendum sulla riforma dello Statuto che introduceva il secondo sottosegretario perché il centrodestra si sciogliesse come neve al sole», ha sintetizzato nella conferenza stampa di presentazione del testo il leader di Costruire democrazia Massimo Romano. «Se i cittadini possono essere chiamati, e sono chiamati, a mettere becco nelle decisioni della politica – ha aggiunto – questo è un deterrente contro le storture»
Dopo un primo tentativo, anni fa da parte di Domenico Di Lisa e quello più recente, risalente alla passata legislatura, dei 5 stelle Patrizia Manzo e Valerio Fontana questa è la terza proposta che va nella stessa direzione. «Oggi è più che mai necessario dare voce ai cittadini troppo spesso privati degli strumenti di partecipazione», il punto di vista del pentastellato Angelo Primiani.
L’iniziativa rappresenta anche un cambio di paradigma nella strategia dei progressisti di via IV Novembre. «Le sedi istituzionali sono sempre più svuotate, sempre più mortificate nel ruolo. Basta fare mente locale anche all’interlocuzione con le minoranze che il centrodestra e il governatore Roberti hanno tenuto ieri (l’altro ieri, ndr) nel monotematico sull’acqua – così la capogruppo dem Micaela Fanelli – E questo ci impone di attivare nuovi strumenti per fare politica».
In Molise come a livello nazionale, con la campagna referendaria contro l’autonomia differenziata, le forme di partecipazione dei cittadini – ha sottolineato l’altra consigliera del Pd Alessandra Salvatore – è una riserva «di anticorpi contro leggi che attentano ai diritti».
Primo firmatario il consigliere 5s Roberto Gravina (Vittorino Facciolla e Andrea Greco erano assenti per personali alla conferenza stampa ma sono d’accordo sul ddl e anche loro firmatari), che ha introdotto e illustrato i tratti salienti della proposta. «Oggi abbiamo a disposizione sistemi tecnologici avanzati che rendono il coinvolgimento popolare molto più pratico ed efficiente – ha sottolineato – Con l’introduzione della firma digitale tramite Spid e Cie, i cittadini potranno partecipare a processi democratici importanti senza la necessità di mobilitarsi fisicamente per firmare moduli cartacei. Questo non solo riduce i costi e gli oneri burocratici, ma rende la partecipazione politica più accessibile per tutti, soprattutto in un contesto in cui l’allontanamento dalla politica è sempre più marcato. Offrire strumenti moderni e sicuri è essenziale per riportare i cittadini al centro della vita politica e farli sentire parte attiva dei processi decisionali».
È la terza volta che ci si prova a Palazzo D’Aimmo, ha concluso ribadendo un concetto espresso anche da Alessandra Salvatore, «ci auguriamo che il ddl non venga insabbiato».
ritai