Scadrà questo venerdì, 18 ottobre, il termine per presentare formalmente al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica le osservazioni relative alle integrazioni sul progetto “Pizzone II” – Impianto di generazione e pompaggio”. ,
Risultano inviate e pubblicate le osservazioni del ministero della Cultura, del Pnalm, del Comune di Barrea e di alcune associazioni (tra queste il Wwf Molise), porta il conto la consigliera del Pd a Palazzo D’Aimmo Alessandra Salvatore. Ma «fino a questa mattina non c’è ancora traccia delle osservazioni – sui tantissimi aspetti di competenza delle proprie strutture – della Regione Molise, che possono essere decisive per consentire la definitiva archiviazione di un progetto che, a seguito delle “integrazioni”, non solo si prospetta come nuovo e diverso rispetto a quello originario, per il quale è in corso la procedura di valutazione impatto ambientale al Mase, ma continua a rappresentare un pericolo da scongiurare, per il devastante impatto che avrebbe sull’area del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, area, per volontà del legislatore nazionale, intangibile, e su tutte le aree circostanti, pure sottoposte a vincoli non eludibili», annota l’esponente dem.
E prosegue: «Ad oggi non è dato sapere quale sia l’orientamento attuale del governo regionale in merito alla centrale idroelettrica (con una potenza di 164 megawatt, dieci volte maggiore rispetto a quella attuale) che Enel vuole a tutti i costi realizzare: la maggioranza di centrodestra vuole impedire – anche attraverso la designazione di un proprio esperto in Commissione tecnica Pniec-Pnrr, che dica “NO” – lo “squarcio” di oltre dieci chilometri del Pnalm (con una sezione di scavo di 7,46 metri di diametro per la galleria principale, con lo scavo di una caverna di 28 metri di larghezza, 27 di profondità e 40 metri di altezza), che distruggerebbe alcune delle aree più incontaminate del Parco Nazionale? Vuole adottare una normativa che tuteli le aree di maggior pregio storico, artistico e paesaggistico rispetto ad interventi che non sono “ecologici”, perché creano squilibri gravissimi in ecosistemi delicati ed unici? Vuole evitare che la produzione di energia in regione resti appannaggio di società private, che perseguono i loro legittimi interessi economici ma che non creano effettivo valore aggiunto per le comunità locali e rischiano di pregiudicare luoghi, la cui bellezza è di per sè patrimonio inestimabile ed occasione di sviluppo ed occupazione? L’auspicio, ovviamente, è che voglia fare tutto ciò. La risposta della giunta regionale – conclude Salvatore – deve essere, in tal caso, decisa e tempestiva».

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