Associazioni, privati cittadini, istituzioni come il Pnalm e la Regione Molise. Una cinquantina le osservazioni (alcune sono tecnicamente “pareri”) al progetto dell’Enel Pizzone II giunte al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica. Quasi tutte di segno nettamente contrario. Solo qualche documento non utilizza la formula del parere contrario o sfavorevole e propone, come nel caso del Comune di Pizzone, di «introdurre ulteriori misure mitigative al fine di contenere gli impatti con i campi elettromagnetici» e chiede «un’attenta valutazione di quanto osservato soprattutto nel rispetto della tutela ambientale e della corretta gestione del territorio comunale».
Fondamentalmente, le integrazioni che la Spa ha prodotto non hanno convinto il fronte del no. E questo è ormai noto. Su queste colonne sono stati ampiamente documentati i motivi (dall’associazione Terra Sancti Vincenti al Pnalm). In tanti aspettavano al varco Palazzo Vitale. La consigliera del Pd Alessandra Salvatore nei giorni scorsi ha incalzato il governatore innanzitutto a inviare il parere entro il termine del 18 ottobre e a dire no «allo squarcio nel Parco nazionale».
Il 14 ottobre la direttrice del Servizio Difesa del suolo Dina Verrecchia ha firmato il «parere negativo»sulla centrale nell’ambito della procedura di impatto ambientale incardinata al Mase sull’intervento che Enel intende realizzare «sul sistema esistente idroelettrico Montagna Spaccata per migliorare l’efficienza o incrementarne la potenza installata».
Una mega centrale la cui realizzazione però si scontra, fra le altre cose, con le competenze e i poteri delle due Regioni sul cui territorio insistono le portate di derivazione d’acqua di concessione, cioè Molise e Abruzzo. Per parte sua il Molise ha eccepito che «in base alle norme che disciplinano il procedimento di VIA per interventi Pnrr-Pniec, al netto dei tempi a favore del proponente, entro il 26/01/2025 la Commissione Pnrr-Pniec deve pronunciarsi (18/09/2024+130 giorni) e nei successivi 30 giorni (25/02/2025) dal parere della Commissione Pnrr-Pniec, deve essere adottato il provvedimento di VIA; in base al cronoprogramma attuativo allegato al progetto ipotizzando l’inizio dei lavori 01/07/2025 la data presunta fine lavori è il 08/10/2028, circa sei mesi prima della scadenza della concessione; alla scadenza della concessione di grande derivazione (01/04/2029) le Regioni Molise ed Abruzzo, ove non ritengano sussistere un prevalente interesse pubblico ad un diverso uso delle acque, incompatibile con il mantenimento dell’uso a fine idroelettrico, possono assegnare le concessioni di grandi derivazioni idroelettriche mediante procedure di gara; il progetto, tuttavia, omette di esaminare i possibili impatti ambientali e rischi connessi nel caso in
cui alla scadenza della concessione le Regioni Molise ed Abruzzo ritengano la sussistenza di un prevalente interesse pubblico ad un diverso uso delle acque, incompatibile con il mantenimento dell’uso a fine idroelettrico».
Non c’è un provvedimento delle due Regioni che abbia già definito l’unico uso a fine idroelettrico né un cronoprogramma che indichi quali possono essere i rischi effettivi. Conclude quindi il parere sottoscritto dal responsabile Autorità idraulica Dighe e Grandi derivazioni Fedele Cuculo e dalla dirigente Verrecchia: «Il breve intervallo di tempo disponibile sia per la realizzazione del progetto e sia per il suo ammortamento, collocati a ridosso sia della scadenza della concessione e sia delle scelte rimesse all’Amministrazione regionale sul futuro utilizzo delle acque, rende il progetto assolutamente lesivo delle competenze e dei poteri della Regione e determina un insuperabile e fondato motivo ostativo alla realizzazione dell’impianto “de quo”».