Una ferita «sempre aperta, impossibile da rimarginare». Così il governatore Francesco Roberti che ha concluso col suo intervento la seduta del Consiglio regionale che si è svolta ieri mattina per celebrare la “Giornata della memoria” nel ricordo dei 27 bambini e della loro maestra morti il 31 ottobre 2002 nel crollo della scuola Jovine di San Giuliano di Puglia a seguito di una violenta scossa di terremoto.
«Anche noi delle istituzioni – ha aggiunto – dobbiamo prendere esempio dai genitori di quei bambini e mantenere sempre alta l’attenzione. La sicurezza dei nostri cittadini, dei nostri figli e delle nostre strutture deve essere la priorità assoluta». Il presidente della Regione ha poi proposto che le prossime sedute commemorative dell’Assemblea legislativa regionale si svolgano nell’Aula consiliare di San Giuliano di Puglia «perché rimanga ad imperitura memoria quello che è accaduto».
La sessione straordinaria di Palazzo D’Aimmo è stata aperta dal presidente dell’Assise Quintino Pallante che ha voluto evocare per nome ciascuna delle vittime della Jovine prima del minuto di silenzio in loro onore. Poi ha focalizzato l’attenzione sulla prevenzione. «La cultura della prevenzione diffusa ed attuata – ha detto il vertice di Palazzo D’Aimmo – sia l’arma più forte ed incisiva per non veder ancora immagini di quel tipo. Da quelle macerie, da quel dolore – ancora Pallante – deve venire per tutti l’impegno solenne ad attuare e perseguire politiche, programmazioni, pianificazioni e azioni concrete volte alla sicurezza dei cittadini e segnatamente degli studenti».
Come di consueto, prima del contributo del governatore, gli interventi di due eletti, uno per la maggioranza, Fabio Cofelice, e uno per la minoranza, Roberto Gravina.
Anche Cofelice (Noi Moderati) ha rimarcato il valore della prevenzione: «Ricordare il sacrificio degli Angeli di San Giuliano significa mantenere in noi viva la consapevolezza e la coscienza che quell’evento e eventi simili si possano in qualche modo prevenire». Questa consapevolezza, però, «non deve mai essere utilizzata per scontri ideologici, per contrapposizioni politiche e strumentali. Deve cioè contribuire alla necessità che maggioranza e minoranza, in Consiglio regionale ma in tutti consessi» acquisiscano un’altra, non meno importante consapevolezza: vale a dire quanto si è fatto, ha concluso Cofelice, e quanto c’è ancora da fare.
Infine Gravina ha acceso i riflettori su «luci e ombre» che caratterizzano la situazione dell’edilizia scolastica a 22 anni dal sisma di San Giuliano. «Sono stati stanziati fondi, sono stati promessi piani straordinari, ma in molti casi abbiamo assistito a interventi che si sono rivelati incapaci di produrre un cambiamento sostanziale ed esteso. La burocrazia, da un lato, continua a rallentare i processi, ma dall’altro deve essere vista come una fase di controllo fondamentale per garantire la sicurezza e la trasparenza. Dobbiamo dunque – ha proposto il consigliere 5s – trovare un equilibrio: la burocrazia deve diventare un alleato nella ricostruzione, non un ostacolo. Ciò significa rispettare leggi e procedure, ma anche definire chiaramente le responsabilità, affinché ogni soggetto possa interagire in modo efficace con gli altri. È attraverso una rete di interazioni responsabili, che coinvolga enti e cittadini, che possiamo costruire un modello di società coesa».