Superamento del commissariamento con ritorno delle funzioni (fondamentalmente la programmazione) agli organi della Regione. Piano di rientro, con commissario ad hoc (un dirigente del Mef o di altra amministrazione dello Stato), per il disavanzo che l’Asrem quantificherà dopo una verifica chiedendo poi al governatore la gestione straordinaria. E, ancora, equiparazione del Molise a una regione con 600mila abitanti ai fini dell’organizzazione dei servizi (derogando così al decreto Balduzzi per esempio per quanto riguarda la cardiochirurgia e la neurochirurgia). “Nettizzazione” della mobilità attiva del Neuromed, l’Irccs che ha sede operativa nel territorio regionale: la produzione per i pazienti non molisani non andrà contabilizzata come disavanzo. E 20 milioni all’anno, per tre anni, per ridurre il deficit.
L’emendamento 102.052 (che propone l’introduzione in manovra finanziaria dell’articolo 102 bis “Misure urgenti per il rilancio del servizio sanitario della regione Molise”), firmato dalla deputata Elisabetta Lancellotta ma costruito pezzo dopo pezzo da tutta la delegazione molisana di FdI e il vertice di Palazzo Vitale , contiene tutti gli elementi del cosiddetto “decreto Molise” a cui da due anni si sta lavorando.
La parola d’ordine fra i protagonisti è “cautela”. L’avallo da Roma c’è, ma il sì decisivo (quello del Mef) va formalizzato. Se l’emendamento sarà dichiarato ammissibile dalla Commissione Bilancio di Montecitorio, la strada sarà in discesa. Altrimenti, se sorgeranno intoppi, le stesse misure saranno adottate con un provvedimento apposito, appunto un decreto Molise. Entro qualche mese, questo il cronoprogramma. L’intento del centrodestra molisano, tutto il centrodestra, è stato chiarito dall’emendamento (superare il commissariamento) e il via libera del governo Meloni nei fatti pure.
«È un percorso che ormai va avanti da due anni, attraverso rapporti continui con il ministero della Salute (lo ha detto fra gli altri il sottosegretario Gemmato durante la sua visita in regione, ndr), sia della delegazione parlamentare, in particolare quella di Fratelli d’Italia, e poi, dopo il giugno dell’anno scorso, della Regione, per fare in modo che il Molise esca dalle secche dei problemi che abbiamo in sanità», spiega il senatore FdI Costanzo Della Porta.
Le misure sono state condivise dai parlamentari molisani. Non sfugge che si tratta delle linee di indirizzo che l’assessore ai rapporti con i ministeri di Economia e Salute, Michele Iorio (anche lui di FdI e molto vicino alla premier), ha sempre indicato come rivendicazione politica. E che il presidente Francesco Roberti si è spesso espresso in questa stessa direzione. Ciascuno ha portato avanti un pezzo del lavoro.
«L’emendamento – prosegue infatti Della Porta – è il suggello di un percorso che può essere definito o in questo modo o con un decreto ad hoc. Noi lasciamo aperte tutte le ipotesi, siamo a un punto di svolta, me lo auguro. L’obiettivo è di portare in bonis la sanità molisana».
Due le strade da percorrere contemporaneamente: una via normativa che deroghi al Balduzzi perché il Molise ha una popolazione inferiore agli standard e questo «comprime i nostri asset organizzativi» e una finanziaria che consenta di uscire dal commissariamento «che impone lacci e lacciuoli anche sulle assunzioni, sulla possibilità di spendere al meglio le nostre risorse».
Della Porta quindi conclude elogiando il lavoro di tutti, ciascuno per la sua parte, e portato avanti sottotraccia. Una lavoro che «spero nelle prossime settimane, nei prossimi mesi, possa diventare realtà».
ppm