Convinzioni rafforzate per i 5 stelle dopo le audizioni dei vertici della sanità molisana davanti alle Commissioni I e IV del Consiglio regionale. «In Molise siamo nelle condizioni che o paghi o non accedi alle cure. O paghi o, in alcuni casi, sei condannato. E questo è assolutamente inaccettabile», ha sintetizzato il capogruppo Andrea Greco ieri in conferenza stampa.
L’argomento è, ancora una volta, quello delle liste d’attesa per visite ed esami.
Nel 2023, quando si è insediato, il direttore dell’Asrem Giovanni Di Santo ha trovato un arretrato di 65mila prestazioni inevase dalla sanità pubblica. Quindi, 65mila molisani (se si calcola una visita o un esame per un molisano) che non hanno trovato risposte negli ospedali o negli ambulatori gestiti dall’azienda sanitaria. Solo una piccola parte di quel numero monstre ha poi accettato – ha riferito lo stesso manager quando è stato ascoltato la scorsa settimana a Palazzo D’Aimmo – di anticipare l’appuntamento. Vuol dire – hanno stigmatizzato Greco e i colleghi pentastellati Angelo Primiani e Roberto Gravina – che molti avevano già provveduto a prenotare una visita altrove, rivolgendosi probabilmente al privato. «A detta dello stesso Di Santo, lui ha trovato il nulla, il deserto. Non c’erano classi di priorità. Evidentemente la colpa è di chi lo ha preceduto nella direzione dell’azienda sanitaria», ancora Greco.
Altro dato “certificato” nella audizioni, questa volta attraverso un’interlocuzione con il sub commissario della sanità Ulisse Di Giacomo, il fatto che in Molise manca l’attivazione dei percorsi di tutela, strumento previsto dalla legge, che garantisce rimborsi ai cittadini quando per via dei tempi di attesa troppo lunghi bisogna pagare privatamente una visita. «Non è altro che un protocollo attraverso cui l’Azienda sanitaria è chiamata a predisporre un modello di richiesta dei rimborsi. Lo dice una legge dello Stato, ma ad oggi tutto ciò in Molise non esiste. Sul tema, abbiamo fatto richiesta alla struttura commissariale di predisporre un apposito decreto: non è ammissibile – hanno rimarcato i 5s – che una legge dello Stato resti inapplicata».
Gravina ha aggiunto: «Ci aspettiamo che venga rinominato il Ruas (ruolo di controllo sui tempi di erogazione delle prestazioni da cui si è dimesso il direttore sanitario dell’Asrem Bruno Carabellese per incompatibilità, ndr)».
I consiglieri di opposizione hanno toccato anche il tema dell’integrazione delle agende delle strutture private accreditate nel Centro unico di prenotazione. «E nello specifico delle agende istituzionali che per tutto il 2024 restano inaccessibili. Lo hanno ammesso anche da Asrem. Parliamo di agende che valgono 100 milioni euro l’anno. Questo si traduce nell’impossibilità per il cittadino di prenotare con un privato direttamente al Cup, almeno nell’arco di quest’anno. È un aspetto cruciale, visto che secondo le norme, i privati accreditati non possono avere un contratto di accreditamento se non mettono a disposizione le agende istituzionali».
I pentastellati formalizzeranno presto la richiesta di seduta monotematica «con l’auspicio che possa trovare un accoglimento trasversale, visto che riguarda tutti da vicino, indipendentemente dalle posizioni politiche. Il Molise potrebbe essere una regione senza liste di attesa se solo i fondi a disposizione fossero spesi tutti e bene, se i privati fossero realmente integrati nel Cup e se fossero garantiti tutti gli strumenti a disposizione per la tutela dei diritti dei cittadini», hanno concluso.