Rivedere gli accordi con Campania e Puglia ed evitare che il costo del nuovo depuratore di Termoli ricada «esclusivamente sulle tariffe degli utenti» del servizio idrico integrato, quindi su tutti i molisani.
Le due richieste al governatore Francesco Roberti sono contenute in altrettante mozioni presentate in Consiglio regionale dagli esponenti dell’opposizione di centrosinistra (primo firmatario l’esponente 5s Roberto Gravina) presentate ieri mattina.
I dettagli sono stati illustrati ieri mattina da Gravina, Primiani (5s), Fanelli e Salvatore (Pd) e Romano (Costruire democrazia).
Il primo atto chiede ai vertici della Regione la revisione degli accordi attraverso i quali il Molise cede parte della sua acqua a Campania e Puglia. «Le esigenze del Molise nel tempo sono cambiate – ha evidenziato Gravina – e crediamo sia giusto che il presidente della Regione si attivi con gli altri governatori per pretendere che il Molise abbia una parte in più della risorsa idrica, questo per evitare i problemi che oggi stiamo vivendo».
L’accordo con la Campania – ricostruisce la mozione – è stato sottoscritto prima della costituzione dell’Acquedotto Molisano Centrale, che è operativo solo dal 2020 e che di fatto ha modificato il fabbisogno idrico regionale, poiché le sorgenti molisane devono ora soddisfare anche le necessità di questa infrastruttura strategica (che porta l’acqua del Matese ai centri della costa e dell’immediato entroterra). L’accordo con la Regione Puglia, che non prevede alcun canone di ristoro per la Regione Molise, non è mai stato rivisto o attualizzato.
L’Acquedotto Molisano Destro, alimentato dalle acque del Biferno, serve attualmente 67 comuni, vale a dire Campobasso e altri 40 comuni molisani, 8 della provincia di Foggia, 16 della provincia di Benevento e 2 della provincia di Avellino. Infine, il Molisano Centrale, lungo 150 chilometri e alimentato sempre dal Biferno, serve 20 paesi del basso Molise interconnettendosi con gli altri due schemi.
Oltre alla revisione delle intese con le altre Regioni, il provvedimento dei rappresentanti della minoranza a Palazzo D’Aimmo propone anche di promuovere una convenzione tra Molise Acque e Grim, finalizzata a rafforzare la gestione regionale delle risorse idriche e a migliorare la distribuzione e il monitoraggio delle infrastrutture esistenti.
La seconda mozione riguarda un aumento dei costi da 7 a 23 milioni di euro per il depuratore di Termoli. Alla base della questione un accordo tra il Comune di Termoli e l’Acea, l’azienda incaricata della gestione del servizio idrico nella città adriatica.
Il documento ripercorre le tappe di un progetto di investimento – la delocalizzazione del depuratore della città adriatica – che si interseca con la creazione di Grim come società pubblica di gestione del servizio idrico integrato (mentre Termoli è ancora legata ad Acea). «Nonostante in data 20.5.2022 venisse aggiudicato definitivamente il progetto di finanza in parola, con rideterminazione del quadro economico, e in data 24.6.2022 venisse individuata la Grim quale nuovo soggetto gestore del sistema idrico integrato sull’intero Ato unico Molise – quindi il verificarsi di due condizioni fondamentali per la scadenza della proroga tecnica di affidamento della concessione di gestione del Servizio idrico integrato in capo ad Acea – il Comune di Termoli, il successivo 3.8.2022, stipulava la convenzione con Acea disciplinando sia la realizzazione del progetto di finanza per il nuovo depuratore di porto, sia i nuovi investimenti per il miglioramento del Sistema idrico integrato e sia, infine, la nuova proroga della gestione per ulteriori 15 anni, con scadenza nel 2037», si legge nella mozione. «Il nuovo piano di investimenti del Comune di Termoli comporterà un aumento significativo delle tariffe per gli utenti molisani, con incrementi progressivi per il periodo regolatorio 2024-2029 così come indicato nella determinazione 333/2024 del Comune di Termoli», sono convinti i consiglieri di opposizione. Di qui l’impegno al governatore Roberti a chiarire la posizione della Regione e a evitare che i 23 milioni ricadano sulle tariffe idriche degli utenti.

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