«Finalmente il governo e il Parlamento si fanno carico del debito della sanità regionale che finora era sempre stato considerato un problema solo “nostro”. E finalmente viene riconosciuto che, in ragione delle sue piccole dimensioni e delle sue peculiarità territoriali, il Molise ha diritto a una quota aggiuntiva del fondo nazionale».
Michele Iorio si dice «molto soddisfatto» del risultato raggiunto con la presentazione dell’emendamento dei relatori della legge di Bilancio che assegna alla Regione 45 milioni per il 2025 e altrettanti per il 2026 «quale contributo per la chiusura delle perdite pregresse del servizio sanitario regionale al 31 dicembre 2023, anche al fine di ricondurre i tempi di pagamento al rispetto della normativa dell’Unione europea».
Ieri è proseguita la maratona in Commissione Bilancio alla Camera, domani la manovra dovrebbe approdare in Aula. A meno di “cataclismi”, con l’emendamento salva Molise blindato dalla firma dei relatori e quindi dal parere favorevole di Palazzo Chigi.
Governatore quando nel 2007 venne sottoscritto il piano di rientro (dal 2009 è poi scattato un commissariamento che dura ancora), oggi Iorio è assessore con delega, fra le altre, ai rapporti con i Ministeri cosiddetti “affiancanti” (nell’uscita da un tunnel in cui invece il Molise è ancora fermo), Mef e Salute. E ha lavorato in prima persona, insieme al presidente Francesco Roberti e alla delegazione parlamentare alla costruzione della modifica della manovra proposta dalla deputata del suo stesso partito, FdI, Elisabetta Lancellotta.
Dieci commi, un emendamento che era di fatto un decreto Molise e da cui il governo Meloni «ha estrapolato e recepito la parte finanziaria rinviando la regolamentazione dei problemi normativi a un probabile futuro intervento in una fase successiva», sintetizza l’assessore a Primo Piano.
Per la copertura delle perdite pregresse l’emendamento Lancellotta prevedeva un contributo nazionale di 60 milioni in tre anni. Ne arriveranno invece 90 in due annualità. «Quello che ritengo sia importante è che per la prima volta Roma si fa carico del debito – ribadisce Iorio – ed è un fatto notevole per il nostro bilancio. Inoltre, c’è il riconoscimento del Molise come piccola regione. Abbiamo sempre faticato molto a far passare il fatto che i parametri che vanno bene per altre realtà per noi sono dannosi. Adesso ci è stato riconosciuto il diritto a essere sostenuti con una quota minima aggiuntiva». Una quota non inferiore a 20 milioni all’anno nel riparto del Fondo.
Novanta milioni in due anni e 20 all’anno come correttivo territoriale. «Elementi – è convinto l’ex presidente – che ci consentiranno di mettere in campo un piano di copertura in grado di azzerare il disavanzo e farci ripartire. Quel che è sicuro è che ci sono gli estremi per una fase nuova di gestione della nostra sanità. Per questo credo che il risultato sia soddisfacente. E voglio evidenziare che l’impegno della parlamentare Elisabetta Lancellotta è stato preciso, coerente ed efficace».
L’emendamento originario della deputata meloniana conteneva anche l’immediato superamento del commissariamento (“switch” per cui però la normativa prescrive che debbano maturare le condizioni finanziarie e quindi che il deficit da coprire debba scendere, certificato, al di sotto della soglia critica) e una deroga al decreto Balduzzi per l’accreditamento nella sanità pubblica di una regione che non ha 600mila abitanti di servizi quali le emodinamiche, la cardiochirurgia, la neurochirurgia (pur ad invarianza di numero di posti letto). «La proposta – conclude Iorio – aveva avuto il parere favorevole del ministero della Salute per quanto di competenza. Partendo da qui, da quanto formalmente dichiarato in Commissione, si può quindi pensare a un futuro decreto del ministro che risolverà gli altri problemi».

r.i.

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