La musica è finita, gli amici se ne vanno. Ma la serata, almeno per Nicola Messere, non è stata inutile.
La serata è quella di giovedì. Il presidente dell’assemblea regionale del Pd ha rassegnato le dimissioni e ha messo una pietra sopra un’esperienza che a suo parere andava chiusa.
Indicato l’anno scorso, il 17 dicembre, insieme al segretario Ovidio Bontempo, i presupposti che portarono a quelle scelte – un accordo unitario fra le tre anime del partito che fanno capo a Micaela Fanelli, Vittorino Facciolla e Roberto Ruta – non ci sono più.
L’ultimo scontro si è registrato, raccontano le “voci di dentro”, sul percorso congressuale della Federazione di Isernia legato a doppio filo a quello del circolo. Bene che il segretario di Federazione lo faccia Marco Amendola, avrebbero dato così l’ok Facciolla e Ruta, ma a capo del circolo andrebbe assicurata rappresentanza alle altre due correnti, in particolare quella dell’ex senatore che è il riferimento in Molise della segretaria Elly Schlein. Il “niet” di dirigenti isernini considerati vicini a Fanelli ha fatto traboccare il vaso.
Ma è evidente che l’unità che l’anno scorso si riteneva realizzata in realtà non c’è stata mai o comunque era troppo fragile per reggere.
Due i documenti portati all’attenzione dell’assemblea giovedì. Il primo, presentato da Leo D’Alesio (dirigente di lunghissimo corso vicino a Facciolla) di fatto sancisce la rottura del patto a tre e ufficializza che c’è una maggioranza (Facciolla e Ruta) e una minoranza (Fanelli). L’ex segretaria ha risposto con un appello all’unità.
Ripercussioni sono attese adesso anche in Consiglio regionale. Fanelli è capogruppo, dopo i primi sei mesi appannaggio di Alessandra Salvatore, in base all’accordo che ormai si è rotto. È andato in frantumi. Più di qualcuno si aspetta una sfiducia e il ritorno della consigliera Salvatore (componente Ruta-Schlein) al vertice del gruppo.
Messere, intanto, ha detto in assemblea di aspettarsi anche le dimissioni del segretario e ha investito del problema la commissione nazionale di garanzia
«Nel 2023, sono stato indicato come presidente dall’intera assemblea del Partito Democratico del Molise a seguito di un accordo unitario che vedeva anche l’elezione del segretario Ovidio Bontempo. In questi giorni – ha spiegato ieri in una nota – ho verificato che lo spirito unitario, all’insegna del quale siamo stati nominati io e il segretario regionale, è venuto meno e ne ho tratto le dovute conseguenze.Se l’unità deve essere intesa come un modo per imporre scelte ai territori, venendo così meno uno dei principi cardine del Partito Democratico, quello della libera autodeterminazione, io non ci sto. Non è nel mio carattere, nel mio modo di agire e nella linea politica che da sempre ho tenuto. Resto militante attivo del Pd e membro dell’assemblea regionale. Non modificherò di una virgola il mio impegno per il partito, anzi mi spenderò ancora di più e con la massima energia. Generali o soldati semplici non cambia: siamo militanti appassionati».

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