1994, l’anno precedente a quello della posa della prima pietra benedetta da papa Giovanni Paolo II (il 19 marzo 1995), due delibere della giunta regionale regolarono gli aspetti relativi al terreno su cui costruire il Centro di ricerca e cura della Cattolica. È su questi due provvedimenti dell’esecutivo all’epoca guidato da Giovanni Di Giandomenico che il leader di Costruire democrazia Massimo Romano ha concentrato l’attenzione e su cui sollecita anche quella del governatore Francesco Roberti.
Le novità sulla trattativa in corso fra l’ateneo di Milano e i vertici di Palazzo Vitale per la compravendita dell’immobile hanno fatto sì che Romano riaccendesse i suoi riflettori su una vicenda che sta seguendo passo dopo passo.
Prima di Natale, il Consiglio di amministrazione di UniCatt ha dato via libera all’alienazione dell’edificio di largo Gemelli a Campobasso. Attualmente in comodato d’uso al Responsible di Stefano Petracca, è un cespite evidentemente non più “strategico” per l’Università di Milano, che non vi “esercita” più l’attività assistenziale sanitaria (fino all’estate 2023 lo faceva attraverso Gemelli Molise partecipata al 100% da Fondazione Policlinico Gemelli).
La trattativa, informale ma serrata e condotta con la mediazione del numero 1 di Unimol Luca Brunese, fra il presidente del Molise Roberti e la rettrice Beccalli è in fase avanzata. Le intenzioni dell’uno e dell’altra sono sul tavolo. Le formalità però vanno espletate e, ha riferito il governatore durante la conferenza stampa di fine anno a Termoli, entro gennaio l’ente di via Genova si aspetta di ottenere gli atti, i documenti sulla proprietà dell’immobile e sulla quotazione. «Poi – ha proseguito Roberti – effettueremo una valutazione evidentemente non solo politica ma tecnico-finanziaria sulla convenienza dell’operazione. Se cioè ci converrà ristrutturare il Cardarelli, per cui servono 100 milioni, o acquisire la struttura dell’ex Gemelli». Il suo «sogno», così lo ha definito, è realizzare infatti alla Cattolica un polo assistenziale, di ricerca e didattica trasferendovi il Cardarelli e realizzando anche una integrazione di servizi con il Responsible oltre che di formazione universitaria con la presenza di Unimol e del suo dipartimento di Medicina.
Una svolta per il servizio sanitario regionale, innanzitutto, e un abbrivio importante per il futuro ruolo da commissario che Roberti ha confermato di voler assumere, a margine della stessa conferenza di fine anno, a valle dell’interlocuzione col governo nazionale che ha portato allo stanziamento di 90 milioni (in due anni) per la riduzione del disavanzo (complessivamente di circa 130 milioni). Entro gennaio, mese che si rivela dunque cruciale per i destini della sanità molisana, la Regione dovrà inviare al Mef il piano di copertura del debito.
Su questa svolta, però, il consigliere regionale di minoranza Romano chiede massima trasparenza e chiarezza. «Io parlo di atti pubblici e di interesse pubblico. Per questo sono rimasto mortificato dal post con cui sui social il presidente Roberti mi ha dato del diffamatore. Ma questo, diciamo, è un inciso personale. Credo che la vicenda nel suo complesso vada sviscerata meglio da chi sta conducendo la trattativa perché, a leggere le vostre cronache (di Primo Piano, ndr), siamo abbastanza “avanti”».
Romano quindi ribadisce le domande che da subito ha posto. «Di chi è la proprietà? E sul punto ho protocollato una richiesta di accesso agli atti proprio qualche ora fa. Non ne faccio una questione di tempi e di urgenza. Ma al governatore Roberti chiedo se conosce il contenuto delle delibere per cui ho fatto richiesta, delibere del 1994 che riguardano la proprietà del terreno. Inoltre, lui dichiara che sta aspettando le carte dalla Cattolica, ma lui dovrebbe già averle a disposizione le carte… L’immobile per cui sta negoziando è stato interamente costruito con contributi pubblici e con due condizioni: che si arrivasse all’istituzione di un Irccs e che la Regione vi mantenesse all’interno un ruolo pieno. Tanto che quando, nel 2011, l’allora commissario Iorio diede via libera alla voltura da Cattolica alla Fondazione ci fu la conferma di queste due condizioni. Oggi, io chiedo e mi chiedo, che cosa è rimasto di tutto questo? Ancora, parliamo di struttura data in comodato gratuito. E quale benefattore lo farebbe? Siamo certi che sia così?. Tutti aspetti – conclude il leader di Cd – che a mio parere vanno spiegati non a me, Massimo Romano, ma ai molisani innanzitutto. Motivo per cui andremo fino in fondo su questa vicenda».

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