È stato approvato a maggioranza, dal solo centrodestra (con qualche defezione), il piano di dimensionamento scolastico per l’anno 2025/2026.
Relatore l’esponente di Noi Moderati Fabio Cofelice, che ha sottolineato come la decisione non comporti la riduzione di classi o modifiche ai livelli occupazionali ma persegua obiettivi di efficientamento amministrativo e sostenibilità economica in base ai dati demografici del territorio molisano e della conseguente popolazione scolastica.
Sei le dirigenze soppresse, due in provincia di Isernia e quattro in quella di Campobasso. «Decisione che segue i tagli già subiti lo scorso anno e che rappresenta un colpo durissimo per il nostro territorio, che negli ultimi anni ha perso oltre 40 autonomie scolastiche, passando da circa 90 dirigenze ad appena una quarantina. Un trend più che negativo che la politica avrebbe dovuto invertire – così dai 5s Angelo Primiani – puntando i piedi a livello nazionale e lottando per il mantenimento dei servizi e dei presìdi essenziali, se non addirittura per il loro potenziamento. Insomma, bisognava agire in modo opposto rispetto alla logica vigente dei numeri che purtroppo, per le caratteristiche peculiari del Molise, ci vede soccombenti».
Dal Pd Alessandra Salvatore ha motivato la scelta del gruppo dem di non partecipare al voto e ha ribadito la contrarietà al documento: «Avremmo potuto e dovuto esprimere una netta contrarietà, sia come IV Commissione sia come Consiglio regionale, e invece il centrodestra non ha ritenuto di farlo. Le dirigenze scolastiche, soprattutto nei piccoli Comuni, sono un presidio fondamentale».
L’organizzazione dell’offerta formativa – è stata invece la linea di ragionamento del centrodestra – deve andare incontro prima di tutto alle esigenze dei ragazzi, alunni e studenti, e non avere come priorità quelle dei dirigenti scolastici.
La linea d’indirizzo, ha in particolare rimarcato Roberto Di
Baggio (consigliere delegato dal presidente tra gli altri settori all’Istruzione), è dettata da norme nazionali. La tendenza agli accorpamenti delle autonomie è «iniziata dal governo Monti per proseguire poi con i vari governi di centrodestra e di centrosinistra» ma «riguarda solo le dirigenze, le scuole rimangono quelle che sono. Il preside si deve occupare di più plessi, tutto qua». Inoltre, ha aggiunto, «la segreteria, gli uffici rimangono». Delle novità positive, si è poi lamentato Di Baggio, non parla nessuno. Il piano di dimensionamento istituisce nuovi percorsi formativi. «All’interno del carcere di Larino ci sarà il Cpia (centro per la formazione degli adulti, ndr). In molti altri istituti ci sono nuovi indirizzi e la grande novità fortemente voluta dal governo è quella di incrementare la filiera del “4+2”. Il futuro non è legato al fatto che un dirigente debba occuparsi di una o due scuole, ma alla capacità di dare un’offerta formativa migliore al territorio. Quattro anni più due di Its, istituto direttamente collegato al mondo del lavoro e delle imprese: è un’opzione che oggi dà un’occupazione intorno all’80%».
Contro il piano ha votato Armandino D’Egidio, eletto con Fratelli d’Italia, che ha motivato il suo no con le penalizzazione subita dall’area del Matese di cui è riferimento.