Un anno di partenza e non di ripartenza. Un anno di transizione, non senza problemi da risolvere. Dalla vertenza più importante, quella che riguarda la Gigafactory di Termoli, dipende anche la direzione da imprimere alle linee di sviluppo del Molise.
L’assessore Andrea Di Lucente conta di aprire il 2025 con un paio di bandi che metteranno in campo i fondi della nuova programmazione ma non nasconde che c’è qualche seria difficoltà. Nel frattempo sta lavorando all’attrazione di investimenti italiani e stranieri per ammortizzare anche un eventuale esito negativo della crisi dell’automotive.
Assessore, la delega più importante e impattante che il presidente Roberti le ha affidato è quella relativa alle Attività produttive. Che anno sarà il 2025 per lo sviluppo del Molise?
«Sarà un anno importante perché di “partenza” e non di “ripartenza”. Abbiamo chiuso il 2024 con il bando a valere sulla vecchia programmazione. Un’iniziativa mirata alle piccole e micro imprese che ha avuto un grande successo. Abbiamo ricevuto richieste per 90 milioni, 45 di contributo. Circa 1.500 le domande pervenute, considerate che di fatto non c’era un bando da sei anni. I primi 8,5 milioni li abbiamo già finanziati, nei prossimi giorni altri 10. E nei prossimi mesi conto di aggiungerne ancora dieci alla dotazione. Il 2025 invece penso di aprirlo con un bando per la ricerca e lo sviluppo destinato alle associazioni temporanee fra imprese ed enti di ricerca, la dotazione sarà fra gli 8 e i 10 milioni. Ci saranno vincoli importanti, come la sede operativa in Molise, cioè le persone dovranno lavorare qui. Un secondo avviso, con dotazione di 10 milioni, riguarderà gli investimenti e quindi sarà rivolto alle aziende più strutturate».
Entrambi finanziati con il nuovo ciclo di programmazione?
«Sì. Altri 9 milioni come Regione li metteremo a disposizione nell’ambito dell’accordo che abbiamo raggiunto con la Bei per agevolare l’accesso al credito. La Banca europea degli investimenti mette sul piatto invece 70 milioni. Creeremo pacchetti di liquidità per le imprese, pacchetti di piccolo, medio e grande taglio. Nel primo caso, gli interessi saranno a carico della Regione. Parallelamente partirà un programma di attrazione degli investimenti. Stiamo elaborando una mappatura delle zone industriali e zone Pip per fare atterrare in Molise quanti più investimenti possibile. Due sono già in cantiere a Termoli, nel settore energetico, e sono stranieri. Sono in corso, inoltre, trattative con altri due gruppi per il food e l’area rifiuti/energia».
Ma i fondi sono già programmati e disponibili? Ad ascoltarla, mi perdoni, sembra un po’ il libro dei sogni…
«Questo è ciò che io voglio realizzare. Ma fin quando Sviluppo Italia non avrà a disposizione le risorse non potrà procedere con la pubblicazione dei bandi. Spero che nelle prossime settimane la Programmazione sblocchi i fondi e che si superi una fase di stallo legata a problemi sia della Programmazione sia del Bilancio perché per poter spendere abbiamo bisogno di cassa».
Più che un libro dei sogni, quindi, una mozione della volontà.
«Guardi, col primo bando abbiamo voluto dimostrare attenzione a chi sta facendo sopravvivere il Molise restando a presidiare anche le aree interne, pensi ai fornai e alle estetiste solo per fare qualche esempio. A chi resta in regione con grandi sacrifici quotidiani. Ora, il 2025 non sarà un anno semplice e vorremmo imprimere una svolta precisa, quindi».
Non sarà semplice principalmente per la vicenda dell’automotive.
«Qualche vertenza la stiamo risolvendo, mi riferisco all’Unilever. Ma è chiaro che sull’automotive la situazione è critica. Il futuro ruota anche attorno a questo investimento e nel 2025 sapremo se partirà oppure no. Se partirà garantirà tante opportunità. In caso contrario, dovremo rivedere il nostro piano di sviluppo. Io intanto sto facendo di tutto per far atterrare investimenti anche nelle zone depresse. Se la zona industriale di Termoli cammina da sola, infatti, quella di Bojano che era legata all’avicolo è in sofferenza, così anche Pozzilli sempre per via della vertenza Stellantis, a Campobasso una vera e propria zona industriale non c’è. Molto importante sarà pure un altro bando a cui abbiamo lavorato e destinato alle startup, aziende del settore informatico. Ancora, apriremo incubatori a Termoli, Agnone, Pozzilli, ristruttureremo quello di Campochiaro».
Non crede, assessore, che in questa terra serva orientare lo sviluppo anche insegnando ai giovani come si fa l’imprenditore?
«Indubbiamente dobbiamo essere bravi a stare vicino ai giovani, accompagnarli nel percorso. E questo Sviluppo Italia lo sa fare bene. In questa direzione andrà anche il bando per le startup».
Nel suo pacchetto di deleghe c’è anche l’energia. A che punto sono i lavori per l’aggiornamento del piano regionale?
«Ci stiamo lavorando. Stiamo anche preparando la legge sulle aree idonee agli insediamenti, ascolteremo i consiglieri regionali e le associazioni di categoria. Come le altre Regioni, siamo in attesa della definizione di un ricorso il prossimo 4 febbraio. Il gruppo di lavoro che sta curando il dossier è composto da Università degli studi del Molise, Soprintendenza e Regione. L’idea di fondo è tutelare il territorio ma anche di dare prospettive al Molise. Se parte la Gigafactory, ad esempio, avrà bisogno di molta energia green. Inoltre, realizzeremo impianti di accumulo nelle zone industriali e una rete di colonnine elettriche in tutti i centri della regione. Investire sull’elettrico vuol dire anche realizzare le necessarie infrastrutture».
rita iacobucci